Conferenza De Rossi: “Tornerei indietro se potessi. Se non avessi visto la possibilità di vincere lo Scudetto me ne sarei già andato”- FOTO E VIDEO

 

Pagine Romaniste (da Trigoria F.Biafora) – Il capitano della Roma Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei giornalisti, durante la conferenza stampa prima della decisiva sfida di Champions League contro il Qarabag, che si terrà domani alle ore 20,45 allo stadio Olimpico. Queste le sue parole:

 

De Rossi: Volevi aggiungere un’ultima riflessione sull’episodio Genova?
Io ho parlato per primo e ho chiesto scusa, di più non posso fare, se potessi tornare indietro non lo rifarei. Ora devo concentrarmi sulle prossime partite, la prossima è davvero molto importante. Pensare a quello che è successo a Genova di sicuro non aiuterà ne me ne i miei compagni.

Ti ha fatto piacere lo striscione della curva? Che cosa vuoi promettere sul tuo futuro?
Mi ha fatto molto piacere lo striscione. Ogni volta che ho avuto momenti di difficoltà loro sono sempre stati chairi e fermi nello schierarsi vicino a me. Ero a casa perché essendo stato squalificato non potevo scendere negli spogliatoi ma sono stato felice. Promesse meglio non farle nel calcio perché non tutto dipende da te, ma domani sera dipenderà da noi.

Come si prepara mentalmente una partita come quella di domani?
La prepari come tutte le partite importanti che giochi. Non la prepari diversamente da un derby, da un Roma-Juve o Roma-Milan. Sono partite importanti che dal punto di vista tattico sono abbastanza delineate, dobbiamo vincerle e aggredirli. Soprattutto quest’anno abbiamo affrontato le partite in maniera simile, che ci ha dato grande convinzione. Non abbiamo da preparare una partita da contropiede o offensiva, bene o male siamo questi e credo sia uno dei nostri punti di forza in questa stagione.

Qual è il tuo rapporto con la Champions?
Mi piace, ho avuto soddisfazioni ma anche brutte figure. Ci sono squadre più attrezzate, perciò nessun volo. Domani è complicata, ma non ricordo di aver mai passato un girone così tosto, sarebbe una grande soddisfazione. Prima passiamo, poi la ricorderemo come una tra le più belle serate in Champions della mia carriera.

Lei disse che sarebbe stato difficile sostituire Spalletti. Ha cambiato idea?
Avevo ragione, anche se in quei giorni è passato come uno che ha fatto danni a Roma. Ha fatto problemi anche con Francesco, ma ci tenevo a sottolineare la sua bravura. Ho detto che sarebbe stato difficile, non impossibile. I primi 6 mesi di mister Di Francesco sono forse i primi 6 mesi migliori che abbiamo mai fatto.

Domani dovrebbe arrivare l’ok per il nuovo Stadio. Ci giocherà De Rossi nella stagione 2020-21?
Oggi non è la priorità. Avrei 38 anni, mi sembra difficile, anche se mentalmente e fisicamente sono confortanti. L’importante è giocare gli ottavi, non nel nuovo stadio.

Hai avuto una carriera straordinaria, ma con la somma di squalifiche hai perso praticamente una stagione. Essere una persona focosa, ti ha fatto più bene o male?
Un giocatore che gioca 16 anni e prende 2 squalifiche all’anno perde 32 giornate, e siamo lì. Ma non ho saltato un anno, avete scritto male, sono sempre stato presente e domani anche ci sarò.

Perotti ha detto che De Rossi è il capitano della città. Hai la sensazione che ci sia un calcio che voi conoscete, che conoscono in pochi, e un altro che conoscono tutti?
Senza presunzione, è risaputo che il calcio che noi viviamo è diverso da quello che vivono i tifosi. Ci sono giocatori che passano per eroi e hanno paura o viceversa. Noi sappiamo veramente cosa succede, e il fatto che tutti quelli che mi conoscono mi considerino una persona seria non mi permette di giocarmi il jolly. Sto pagando i miei errori, ma io ho la sensazione che i miei compagni come Diego mi ritengano una persona seria su cui fare affidamento e che non volterebbe loro le spalle.

Si è posto un obiettivo, tipo “non smetto fino a che non vinco?
Sarebbe poco realistico. Ho sempre detto di voler smettere prima di non farcela più. Dal mio punto di vista, per come sto ora, non sarei condizionato da questo lavoro da farlo fino a che sto male. Ora sto bene, ma dire non smetto finché non vinco sarebbe da folli. Ma se non vedessi la possibilità di vincere lo Scudetto forse me ne sarei già andato, invece non lo vedo impossibile.

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