Con Joao, Valero fa il Nainggolan: così l’Inter svolta

La Gazzetta dello Sport (A.D’Urso) – Serata di gladiatori e trequartisti dell’ultim’ora. Serata di colpi di scena e spettacolo. Il primo tempo è di Nainggolan e della Roma, il secondo appartiene all’Inter di Borja Valero e Joao Mario. Con la superba regia di Luciano Spalletti all’intervallo: come ti cambio l’Inter e vinco.

CVD – E già, perché nei primi 45’ Spalletti crede ai suoi occhi. Nel vedere Nainggolan pennellare col sinistro l’assist giusto per Dzeko ­gol, dalla trequarti tanta cara al belga, in cuor suo l’ex tecnico della Roma avrà detto: «Come volevasi dimostrare…». Sì, perché nel gioco dei falsi dieci, come in fondo sono il numero 4 giallorosso (per posizione in campo di partenza in ossequio al nuovo modulo 4­3­3 di Eusebio Di Francesco) e Borja Valero, schierato dal primo minuto dietro a Icardi al posto dell’annunciato Brozovic, il primo round lo stravince Radja. Cioé il miglior risultato tattico ottenuto dall’allenatore dell’Inter nella scorsa stagione a Roma, quando concedeva al centrocampista la libertà di correre dappertutto oltre la linea dei mediani. In questo modo Nainggolan disturbava i portatori di palla avversari, poteva servire l’ultimo passaggio, come ieri per il centravanti bosniaco, o calciare a rete come nella sfida della scorsa annata al Meazza, gara decisa a fine febbraio dal Ninja con una doppietta fantastica originate da due iniziative prepotenti e concluse con due siluri di destro imparabili.

STILI DIVERSI – Ma a un certo punto il tecnico dell’Inter cambia le carta in tavola: Borja Valero, cui viene ristretto il raggio d’azione, risale in cattedra con le sue verticalizzazioni da dietro e Joao Mario dà più imprevedibilità alla manovra con la sua indiscutibile tecnica (e recupera pure 7 palloni), piazzato qualche metro più avanti dello spagnolo. Così l’Inter diventa un auto capace di far nitrire i suoi cavalli di fascia e di innescare il grande Icardi, implacabile nell’area di rigore. È materia di cui si può discutere e dibattere a lungo: i nerazzurri dimostrano di poter cambiare in corsa, stringendosi attorno al loro numero 20, capace col suo movimento circolare di regalare sempre un’idea di calcio valida ai compagni (creando anche 2 occasioni). Con più spazio davanti a sé, l’«allenatore» in campo dell’Inter alla fine risulta efficace quanto Nainggolan nel primo tempo quando il belga, spuntando dalle retrovie, all’improvviso, dal basso verso l’alto, come gli elicotteri dei film di guerra, aveva dato una scossa elettrica al match. Ecco perché Spalletti può ripartire dal «suo» Olimpico con tante certezze in più: grazie ai tanti elementi di caratura internazionale, a partire da Borja Valero, quest’Inter dà una sensazione di orizzonti illimitati.

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