Civita: “Stadio sì, ma serve la variante”

La Repubblica (L.D’Albergo) – Nel giorno della festa giallorossa per il sudatissimo via libera al progetto del nuovo stadio della Roma, c’è chi trova comunque modo di litigare. E, c’è da giurarci, continuerà a tirarsi per la giacchetta anche ben oltre il triplice fischio della conferenza dei servizi. Il confronto tra Comune e Regione su Tor di Valle è infatti destinato a protrarsi ancora per settimane, mesi. Il «sì» di ieri sera è infatti legato all’approvazione da parte del Campidoglio M5S, in giunta e poi in consiglio, della variante al piano regolatore e alla stipula della convenzione urbanistica con i proponenti. Si tratta del documento in cui dovranno essere messe nero su bianco una volta per tutte le opere pubbliche a servizio della futura casa dei romanisti e del business park che sarà realizzato dal costruttore Luca Parnasi e la tempistica della loro realizzazione. Così ha imposto e ottenuto la Pisana nelle battute conclusive, con Palazzo Senatorio irritato ma costretto a obbedire. Il Comune grillino, da parte sua, avrebbe infatti preferito che fosse la Regione a muoversi per prima con la concessione, un atto che peraltro avrebbe consentito ai proponenti di presentarsi immediatamente alle banche per sbloccare le somme necessarie all’avvio dei cantieri. Per non far saltare l’accordo su un progetto avviato nel 2009 e poi visto, rivisto, modificato ed emendato fino a sfiorare l’addio del presidente giallorosso Pallotta a Roma e alla Roma, alla fine ha comunque vinto un forzatissimo buon senso.

Da oggi i tecnici capitolini si metteranno al lavoro su quello che considerano già un «ricatto amministrativo»: l’iter, ora più complicato del previsto, andrà blindato contro possibili ricorsi. Oltre ai tecnicismi, però, ci sono il tweet della sindaca Virginia Raggi (spuntato sul web con un paio di ore di anticipo rispetto alla fine della conferenza dei servizi e quindi cancellato) e il commento dallo stadio Olimpico: «È una giornata importante per tutta Roma». Ancora, le felicitazioni del governatore Nicola Zingaretti e dello stesso Pallotta: «Con noi crescerà la città». Non è ancora chiaro, però, con quanti ponti. Quello di Traiano, fino a quest’estate ritenuto imprenscindibile dal ministero dei Trasporti ma «utile solo ai privati» per l’assessore all’Urbanistica del Comune Luca Montuori, torna nelle osservazioni finali della conferenza dei servizi. Michele Civita, assessore regionale ai Trasporti, però lo considera indispensabile ( anche per motivi di sicurezza) al pari dell’ammodernamento della Roma- Lido e della stazione di Tor di Valle. Insomma, il nodo trasporti va ancora sciolto. Lo sa bene il ministro dello Sport, Luca Lotti, che osserverà con attenzione le prossime mosse del Campidoglio: «Il via libera al nuovo stadio è la dimostrazione che investire in impianti sportivi è un incentivo per lo sviluppo». Non solo: è anche un’occasione in chiave politica. Da Palazzo Chigi attendono solo che in piena campagna elettorale la sindaca ripeta che il ponte di Traiano non è necessario. A quel punto sarà il governo a finanziarlo. Per il bene pubblico, salvando l’opera attesa da milioni di romanisti. E, quindi, di voti.

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