Cinque gol dopo la paura. La Roma si tiene il 2º posto

La Stampa (G.Buccheri) – Meno uno dalla vetta, ma giochi (ugualmente) chiusi. Così vincere a Verona, sul campo del Chievo, è materia solo per le suggestioni, non per gli effetti speciali perché, sostiene il tecnico della Roma Spalletti, «state sicuri che la Juve di punti non ne perderà più. E, questo, per merito di Allegri…». Spalletti è un toscano, pungente, ironico, scaramantico. Meglio, quindi, lasciar perdere i sogni di gloria e, per una volta, concentrarsi sui meriti della sua squadra. I numeri: se la Roma riuscirà a fare bottino pieno anche con il Genoa all’Olimpico nel giorno dell’addio di Totti toccherà quota 87 punti, mai raggiunta nella vita. E 87 sono anche le reti segnate dai giallorossi ora che il pokerissimo al Chievo è servito: solo una volta il club capitolino si era spinto tanto in avanti ed era la stagione 1930/31. L’elenco si arricchisce fino a raccontare delle sette vittorie di fila in trasferta (record) e di come, all’eventuale già citata quota 87, si siano vinti due degli ultimi dieci scudetti (altri cinque a quote inferiori).

DUE VOLTE IN SVANTAGGIO – A Verona non è stata solo gloria per la Roma, costretta a non fallire la missione per non compromettere il secondo posto da Champions. I giallorossi si sono ritrovati sotto per ben due volte prima di ristabilire le gerarchie: a Castro ha risposto El Shaarawy, a Inglese, Salah. Poi, nella ripresa, l’accelerazione romanista sempre con El Shaarawy e Salah, fino al 5-2 di Dzeko, re dei bomber a 28 centri in A (il sigillo che fisserà il verdetto porta la firma del bis di Inglese per i clivensi, in fuorigioco). A Verona c’è stato spazio anche per Totti, alla sua ultima sfida di campionato della carriera lontano dall’Olimpico: l’ex capitano ha giocato sette minuti, ha provato la conclusione da fuori area, si è regalato un simpatico e affettuoso siparietto con il baby diciassettenne VignatoE tu chi sei?», gli ha chiesto a bordo campo durante il riscaldamento. «Sembra un bambino di dodici anni…», ha sorriso con Nainggolan).

E ORA IL SALUTO A TOTTI – A meno uno senza entrare in fibrillazione perché, ripete Spalletti, «i giochi sono fatti. Ma chi parla di fallimento, per noi, è contro la Roma…». Il tecnico ha abbandonato il vestito che gli imponeva di considerare la piazza d’onore una sconfitta per mettersi l’abito da sera. «In Europa sono molte le squadre forti, fortissime che non si qualificheranno per la Champions dell’anno prossimo: così in Premier, in Germania, nella Liga. Quindi…», dice Spalletti. Intanto, si è appena aperta la settimana più lunga: tutti in fila per il saluto a Totti, domenica 28 maggio, stadio Olimpico.

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