Ci voleva proprio El Shaarawy

Corriere dello Sport (R.Maida) – Dategli il Palermo. E poi una maglia da titolare. Uno più uno fa sempre due: Stephan El Shaarawy non chiedeva che una piccola combinazione di fattori, anche cambiando l’ordine degli addendi, per fornire il risultato che la Roma cercava. Titolare per turnover, più che per entusiasmo, ha bissato il gol segnato nella partita d’andata all’Olimpico confermandosi un attaccante adatto a uscire dal tunnel dello spogliatoio e non dalla panchina.

LA SERATA – Sette reti stagionali, che per un precario dell’attacco non sono pochissimi. El Shaarawy è un talismano per la Roma, che con i suoi 11 gol in campionato nell’ultima stagione e mezzo ha sempre vinto. E questo pesava tantissimo perché, dopo le tre sconfitte consecutive che avevano fortemente complicato la stagione di Spalletti, qualcuno doveva pure inventare il gesto della svolta per tirare fuori la squadra dai guai. El Shaarawy si è infilato con i tempi e i modi giusti sul pallone tagliato di Grenier (bravo) e di prima intenzione non si è lasciato pregare. «Questo è un gol importante…», ha sussurrato nell’intervallo comprendendo che certi momenti vanno sfruttati per un felice presente e un intrigante futuro.

LA SERIE – Sette reti stagionali, dunque, tutte capitate quando ha giocato dal primo minuto, divise fra le tre competizioni. Spalletti gli ha concesso soltanto cinque partite intere da agosto, sostituendolo anche al Barbera mentre tra i tifosi delle due squadre nasceva un curioso gemellaggio in funzione anti Lazio e Catania, eppure da El Shaarawy ha avuto qualcosa in cambio. Diverso, quasi opposto, è stato il rendimento nelle situazioni in cui è subentrato: impalpabile, invisibile, come se il Faraone non si sentisse a suo agio dentro alla sua piramide.

L’ALTRO Ma nella serata palermitana ha riacceso la luce anche un altro attaccante, Edin Dzeko, lasciato a riposo per un’ora abbondante dopo 43 partite giocate in questa nuova era da centravanti insostituibile. Pure Dzeko ha un conto aperto con il Palermo, se è vero che gli ha segnato 4 gol in 3 partite. Ma aveva soprattutto da sistemare il suo, di account, dopo quattro partite senza segnare che avevano alimentato vecchi mugugni. Bello il movimento con tocco furbo, sull’uscita del debuttante portiere Fulignati, che ha frenato l’ardore del Palermo e consegnato definitivamente la vittoria alla Roma. Adesso Dzeko ha toccato i 20 gol in campionato e i 30 in stagione: è il quarto in Europa dopo Messi, Cavani e Lewandowski a raggiungere questa quota. Soltanto Pedro Manfredini (34) e Francesco Totti (32) nella storia della Roma hanno concluso una stagione più in alto di lui. E nel caso di Dzeko, il malloppo può essere ancora migliorato di un bel po’.

CARICA – «Mi fa piacere essere tornato al gol – ha detto a fine partita il protagonista – ma non parlo a caso quando dico che conta soltanto la squadra. Dopo una settimana difficile, per noi era importantissimo tornare a vincere e ci siamo riusciti. Mi auguro che questo risultato ci restituisca la fiducia che avevamo un po’ perso ultimamente». Il suo sguardo è già proiettato sul dentro/fuori contro il Lione: «Guardiamo avanti. Secondo me ci sono tutte le premesse per essere tranquilli in vista del futuro. Ci serve un grande risultato giovedì perché questa è una partita che può dare un senso alla stagione. Farò il massimo per segnare anche al Lione». L’ammissione finale: «Sono un po’ stanco ma credo sia normale con tante partite attaccate. Due settimane fa mi sentivo meglio… Ma questo non deve fermare la Roma, che ha tanti campioni in organico ed è attrezzata per gestire le tre competizioni».

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