Ci pensa Under. Ma che fatica

Il Tempo (T.Carmellini) – Sarà stata l’annunciata visita nella Capitale del leader turco Erdogan, ma ieri è arrivato il primo gol in giallorosso di Under. Il giovane turco non solo si sblocca con la maglia della Roma, ma realizza anche il primo gol in campionato degli attaccanti comprati da Monchi nel mercato della scorsa estate, aspettando Schick e Defrel ancora a secco. Il gol di Under è lo specchio della giornata che porta delle cose buone, ma non risolve i vecchi problemi: uno su tutti la scarsa vena realizzativa di una squadra che non segna più. Dzeko anche ieri ha fatto imbufalire i tifosi romanisti fallendo un paio di gol che un attaccante del suo livello non può sbagliare. Sì, è vero, fa spesso reparto da solo, ma anche basta… quando ti capitano quelle cose tra i piedi non puoi fallire: soprattutto se sai che momento sta attraversando la tua squadra. Di buono c’è che la Roma torna a vincere dopo sette partite e cinquanta giorni, riuscendo a portar via i tre punti pesanti in trasferta giocando un tempo intero in inferiorità numerica per la follia di Pellegrini (peccato, perché fin lì non era dispiaciuto): cosa che non gli riusciva da quasi tre mesi (ultimo successo a Firenze il 5 novembre scorso).

E poi c’è la classifica, perché ora un solo punto la divide dell’Inter quarta e quindi dalla zona Champions, due dalla Lazio che molto probabilmente però stasera tornerà a +5. Ma c’è poi il lato negativo, quello che ormai sembra essere un tunnel senza luce: il gol. Anche ieri, nonostante la Roma sia andata in vantaggio dopo soli 43 secondi, per portar via l’intera posta contro il modesto Verona, è stata una fatica: immane. La squadra di Di Francesco produce, gioca, ma non segna più e se da una parte si ritrova con la terza miglior difesa del campionato dietro solo a Napoli e Juve (che giocano un altro campionato), dall’altra naviga mestamente in ottava posizione in quella che riguarda l’attacco: in compagnia di Torino e Fiorentina squadre che hanno ben altri obiettivi. Nelle ultime undici partite la Roma ha segnato al massimo un gol: una striscia di semi-astinenza che non si vedeva dai tempi di Mazzone (era il 1994). Quello di ieri è stato il settimo successo per 1-0 della stagione in corso. Un po’ pochino (la Lazio con una gara in meno ne ha realizzati 22) per una squadra che era partita con l’ambizione di far meglio dell’anno precedente. Sarà dura, molto dura.

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