Ci pensa Under, la Roma sale

Corriere dello Sport (A.Polverosi)Con merito, con fiducia, con convinzione e soprattutto con Ünder. Così ha vinto la Roma a Udine, giocando una partita prima attenta, poi aggressiva, infine concreta. Non ha entusiasmato, non ha riempito gli occhi col gioco, ha commesso pure diversi errori nella parte finale della manovra e anche in area friulana, però ha dato chiari segnali di ripresa come ha certificato al 90′ la differenza dei tiri: 18 per la Roma, 8 per l’Udinese. E’ stata una delle migliori esibizioni dell’ultimo periodo e ha rafforzato l’idea di una squadra forte in trasferta, visto che nelle ultime 19 partite lontano dall’Olimpico ha perso solo una volta (a Torino contro la Juve il 23 dicembre) e ne ha vinte 14. E’ un dato significativo, avvalorato qui a Udine da un avversario messo bene in campo, capace di reggere alla pari per tutto il primo tempo e che non ha segnato solo perché chi ha giocato al posto di Lasagna (infortunato) non ha sfruttato due occasioni nitide: Perica si è trovato davanti un grande portiere, Alisson. L’Udinese non ha schierato nemmeno un italiano sui 14 impiegati da Oddo, quando lo saprà Malagò…

ROMA E’ TURCA – E’ stato lui a riportare la squadra al terzo posto e a mettere al sicuro la zona Champions. Oggi la parte migliore della Roma è quel ragazzino spuntato d’improvviso a questi livelli ma mai ignorato da Di Francesco. Con scatti a ripetizione, Ünder ha messo in difficoltà Samir e Ali Adnan, che rinforzava la difesa da quella parte. Nel primo tempo è stato un pericolo continuo e quando sembrava in calo, a metà ripresa, ha colpito da fuori area con un sinistro terrificante, su cui Danilo, impaurito dalla potenza, ha girato la schiena. Era il quarto gol del giovane turco nelle ultime tre partite. E’ stato lui a riportare in alto la Roma, che ha messo al sicuro la zona-Champions anche dall’assalto di domani sera della Lazio. A Ünder va aggiunto Alisson, non solo per le parate (tre decisive, due su Perica e una su De Paul), ma soprattutto per la scelta del tempo nelle uscite, per la posizione, per come gioca con i piedi.

UN TEMPO PARI – La rotazione di Di Francesco, con una parte del pensiero rivolta allo Shakhtar, è stata ben assorbita della squadra. Nessuno dei quattro cambi (Juan Jesus al posto di Kolarov, De Rossi per Strootman, Nainggolan trequartista per Perotti e Pellegrini per Gerson) ha sbagliato partita. E’ mancata ovviamente la spinta di Kolarov, ma come movimento generale la Roma ha fatto bene. L’Udinese ha saputo contrastarla in mezzo al campo, con Behrami quasi a uomo su Nainggolan e, per 45 minuti, col buon palleggio di Barak e De Paul, da cui tutti a Udine si aspettano di più, ma ieri qualcosina ha dato.

FOFANA CENTRALE: KO – La Roma ha alzato il ritmo verso la mezz’ora, quando Nainggolan è entrato in partita con grande energia regalando una palla-gol a El Shaarawy che l’ha miseramente sbagliata. Nella ripresa, dopo la paratona (uscita a catapulta) di Alisson su Perica, la Roma ha preso possesso del campo. L’ha aiutata il primo cambio di Oddo a cui non bastava il pareggio: fuori un mediano di contenimento (Behrami), dentro una mezz’ala d’inserimento (Jankto). La mossa aveva però una controindicazione: Fofana centrale. Ed è stato proprio Fofana a farsi fregare la palla da Pellegrini sul primo gol e da Defrel sul secondo. Per evitare la decima sconfitta consecutiva contro la Roma, Oddo ha tolto Perica per far entrare Maxi Lopez, poi ha messo Balic, schierato la difesa a 4 e spostato De Paul a destra. Di Francesco invece aveva cambiato i due esterni, prima con Perotti per El Shaarawy, poi con Defrel per Ünder. In quei venti minuti che hanno separato i due gol ha lavorato sodo Dzeko, mai troppo preciso in area, sempre molto utile fuori area. Il 2-0 è stato merito dei nuovi entrati, Defrel per il recupero della palla e Perotti per il tocco di mezzo esterno destro su Bizzarri in uscita, oltre che di Nainggolan il cui assist ha dato ragione a chi lo vede trequartista.

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