Choc Castan: «Roma scusami, pensavo di stare bene»

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – L’inverno della Roma è lungo quanto il percorso che Leandro Castan sceglie al momento della sostituzione: invece di tirare dritto verso la panchina, dal centro del campo esce dalla parte della Tribuna Tevere, sperando forse di accelerare le operazioni. Perché? E’ una delle tante domande che non trovano risposta a proposito di un grande ragazzo che non riesce a uscire dal dramma in cui, senza alcuna colpa, è sprofondato oltre un anno fa. Aveva garantito a Spalletti di essere pronto, anzi era quasi sorpreso di essere stato accantonato da Garcia, ma un giovane polacco con la faccia tonda chiamato Pawel Wszolek ha svelato al campionato la verità: Castan in questo momento non è pronto per la serie A, come lo stesso Spalletti ha lasciato intendere dopo la partita con il Verona. E come il diretto interessato, attraverso un messaggio commovente su Twitter, ha confessato ieri sera: «E’ stata una giornata frustrante, ho lottato tanto per tornare a giocare ed ero sicuro di stare bene. Invece si è visto che ho bisogno di migliorare tanto per giocare in questa squadra. Forse si sono fidati troppo di me e mi dispiace tanto, perché ho provato sempre a fare il meglio. Ringrazio tutti e chiedo scusa».

MURO – Detta così, suona male. Ma era stato proprio Castan, uomo orgoglioso leale, a chiedere ai critici un comportamento asettico. Lo fece a inizio stagione, nel ritiro di Pinzolo, in una toccante conferenza stampa: «Sono guarito, voglio giocare sempre, non trattatemi più come un malato e giudicatemi senza pietà». Giusto rispettare le sue indicazioni allora, per esprimere un’ipotesi concreta: se avesse giocato Rüdiger al suo posto, come sarebbe successo con Garcia, probabilmente la Roma avrebbe battuto il Verona.

RETROSCENA – Garcia, già. Lui merita un capitolo a parte perché, non più tardi di un mese fa, aveva consigliato ai dirigenti di mandare Castan a giocare sei mesi in Brasile, proprio con lo scopo di fargli recuperare fiducia e tempi di gioco per riaverlo al top nella prossima stagione. Sabatini invece era sicuro – magari lo è ancora – di poterlo rilanciare e in quei giorni ha annunciato la scelta societaria: «Castan resterà qui per sempre». Chissà se adesso Pallotta, che a Garcia ha imputato delle responsabilità anche nel processo di reinserimento di questo giocatore, ha realizzato che su questo argomento l’allenatore ripudiato non aveva sbagliato.

RODAGGIO – Va capita anche la mossa del successore, però. «In questo momento siamo risicati» ha spiegato ieri con garbo Spalletti, alludendo alla necessità di infiocchettare la rosa nel reparto difensivo. Se Castan non gioca mai, non gli verrà data la possibilità di tornare il guerriero che in coppia con Benatia serrava a colpi di spranga la porta della Roma. Ma il campionato corre veloce, soprattutto nell’alta classifica, e nessuno può più fermarsi a trainare i giocatori in ritardo. Castan è il primo a saperlo, tanto da aver considerato di nuovo la possibilità di andarsene, magari per un po’, a riprendere ritmo e speranza. Sabatini ne ascolterà il malessere con una convinzione profonda: un uomo di così alta onestà intellettuale e così radicata professionalità non va abbandonato.

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