Che sicurezza, fantocci appesi al Colosseo

Il Fatto Quotidiano (A.Managò) – Il terzo tempo del derby infinito tra Roma e Lazio finisce col più macabro dei risultati: quattro manichini vestiti da calciatori giallorossi impiccati dal ponte pedonale di via degli Annibaldi, a due passi dal Colosseo. Ci sono anche i cognomi sulle maglie – De Rossi, Nainggolan e Salah – quasi fosse una faida sanguinaria tra narcotrafficanti in Messico, dove i cadaveri dei nemici assassinati vengono esposti appesi alle soprelevate. Ma questo, forse, chi ha compiuto la bravata nemmeno lo sa.

Gli strascichi dei quatto derby della Capitale, con la Lazio arrivata in finale di Coppa Italia a discapito dei “cugini”, pongono qualche interrogativo sulla sicurezza del centro storico di Roma. Basta guardare i video del blitz: una trentina di ragazzi che, indisturbati, espongono uno striscione velatamente intimidatorio a due passi dal Colosseo. Con buona pace delle stringenti misure antiterrorismo che vedono da mesi il centro storico della Capitale costellato di pattuglie delle forze dell’ordine e camionette dell’Esercito. È passata da poco la mezzanotte, sul ponticello pedonale arriva alla spicciolata un gruppo di persone: srotolano lo striscione “Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa!” e appendono i manichini. Sembra la risposta a una scritta apparsa domenica scorsa allo stadio Olimpico durante il derby nei settori dei tifosi giallorossi: “Dormiamo sogni tranquilli“. Nel frattempo sotto scorrono macchine e passanti, qualcuno filma col cellulare ma nessuno allerta le forze dell’ordine, se ne accorgerà più tardi una pattuglia di carabinieri. La politica insorge, la sindaca Virginia Raggi parla di “una cosa gravissima e inaccettabile”. Poi è la volta dei due club, l’AS Roma lascia trapelare che non sporgerà alcuna denuncia, mentre l’SS Lazio parla di “bravata che non si può giustificare” anche se sottolinea che “da sempre dopo ogni derby si verificano anche episodi goliardici e di sfottò“. Visto il clamore suscitato arriva una sorta di rivendicazione via Facebook.

Sul profilo “Elite Romanagli Irriducibili (storico gruppo della tifoseria laziale) rivendicano la natura dello striscione e chiariscono che il tutto va circoscritto nel sano sfottò che genera il derby capitolino, nessuna minaccia a nessun giocatore della Roma”. E ancora: “Le bambole gonfiabili rappresentano una metafora dello stato depressivo in cui versano i tifosi e i giocatori dell’altra sponda del Tevere”. Si muove anche la Procura di Roma, che aprirà un fascicolo per minacce aggravate sulla base dell’informativa per procurato allarme che fornirà la Digos, che sta vagliando i filmati e le telecamere della zona per identificare gli autori del gesto. A sollevare dubbi sulla sicurezza anche l’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, che ha militato con entrambe le squadre romane: “Hanno fatto quello che volevano davanti al monumento più importante della città, è strano che nessuno sia intervenuto e in parte fa paura“.

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