Cento giorni dopo. Così la Roma ha cambiato Fonseca

Le parole: “Ma chi non se la sente di reggere la pressione, si prenda un pezzo di terra e vada a coltivare le patate“, mostrano la consapevolezza maturata in questi cento giorni di lavoro da Fonseca. Il tecnico ha subito conquistato un po’ tutti e piace ai giocatori per quello che gli propone, perché parla sempre molto con tutti e perché ha non ha doppie facce. Con un turnover un po’ spinto ha tenuto dentro tutti e ha i suoi intoccabili: Dzeko, Kolarov, Cristante, Smalling e Pellegrini. Ha rilanciato Kluivert e sta provando a recuperare Pastore, facendo nel contempo maturare giovani come Zaniolo e Mancini. L’approccio al calcio italiano è stato legato al suo Dna con un calcio offensivo, difesa alta, terzini quasi come fossero ali aggiunte. Il coraggio era alla base, ma poi quel 3-3 contro il Genoa gli ha fatto capire che qualcosa andava aggiustato. L’idea dell’equilibrio è nata facendo spingere un solo terzino e tenendo l’altro bloccato. Nel frattempo ha anche imparato ad apprezzare Roma. Intorno a lui si è stretta anche la gente che lo ha visto come una salvezza dopo gli addii di Totti e De Rossi. I tifosi gli hanno voluto bene fin da subito e lui ha sempre ricambiato. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.

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