Cellino: “Lotito vuole lo scudetto? Diamoglielo. Ma dimentichiamoci il campionato”

Il Corriere dello Sport (I.Zazzaroni) – Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, ha rilasciato un’intervista nella quale attacca il patron della Lazio Claudio Lotito, reo di pensare troppo alle vicende calcistiche in questo momento di difficoltà per il paese. Queste le sue parole:

“Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo solo a quello. La coppa, lo Scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea”.

Si sono giocate ventisei partite…

È un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo Scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo… Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma che è anche in grado di recuperare dalla crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si tagli un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. È il modo più facile per aggiustare le cose. La testa delle istituzioni, Federazione e Lega, deve proiettarsi a settembre, a ottobre, a quando sarà. Ho letto con attenzione quello che ha detto Galliani al tuo giornale e sottoscrivo tutto, Adriano è il migliore, il più lucido.

Il comunicato dei tifosi lombardi?

Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, cazzo. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno negli ospedali, altri che piangono i propri morti, altri ancora intubati. Non si può giocare quest’anno. Qualcuno non si rende ancora conta di ciò che sta accadendo, e quel qualcuno è peggio del virus. Io non credo ai miracoli, ho smesso di farlo tanto tempo fa. Resettiamo.

Attacchi Lotito che vuole far riprendere gli allenamenti della squadra, ma nei giorni scorsi stavi facendo la stessa cosa: non a caso hai convocato gli staff di Corini e Grosso, i tecnici esonerati…

La verità è un’altra. Dopo l’ultima partita stavamo pensando di proseguire gli allenamenti a gruppi di due o tre giocatori per volta. Una decina di mini sedute al giorno. Abbiamo un centro sportivo enorme, quindici ettari di prato, e per sviluppare il programma, una sgambata, due calci al pallone, avevamo bisogno di preparatori non di allenatori. Quelli che abbiamo chiamato non sono tecnici, ma preparatori di base. Mi chiedo per quale motivo si sia mossa l’associazione allenatori. Non mi metto a parlare… Ulivieri mi conosce bene, certe cose doveva dirmele in faccia. Comunicati, attacchi generici e strumentali, c’è chi mi ha dato del vigliacco. Noi avevamo telefonato a cinque preparatori e nessuno si è mai degnato di rispondere. Per questo siamo ricorsi alle convocazioni scritte, e quando non ripensavo già più, le cose sono peggiorate ed è scoppiato il casino. Sono tutte persone a libro paga, professionisti. Due si sono presentati, gli altri no. Cercavo solo la loro collaborazione, visto che ne pago un vagone. Ho Lopez, l’allenatore, chiuso in casa da giorni, una casa che è poco più grande di una vasca da bagno. Il preparatore dei portieri che era con Corini, ed è rimasto con noi, si è permesso di ricorrere all’associazione allenatori per sottrarsi al lavoro, un mese fa.

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