C’è il Bologna che tremare Spalletti fa

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Leggo (F.Balzani) – Non vince dal 14 febbraio scorso, sarà orfano di Destro e Giaccherini e arriva in un Olimpico immacolato da quando sulla panchina romanista siede Spalletti (5 vittorie e 2 pareggi). Eppure il tecnico toscano, in vista della partita di stasera che deve rimettere i giallorossi sulla scia del Napoli, avverte: «Guai a sottovalutare il Bologna». Perché «ha fermato la corsa della Juventus» e perché «è un’ottima squadra, che evidenzia tutta la qualità di Donadoni». Orecchie dritte quindi e niente distrazioni, nemmeno di mercato. «Io blindo solo me stesso. Sabatini – dice Spalletti in riferimento al viaggio nella sede del Chelsea del ds – fa bene a fare quello che fa, voi giornalisti mi facilitate la vita a parlare di mercato, perché sono cose che restano fuori dallo spogliatoio. Magari potevate ipotizzare una lite tra me e Sabatini, forse per un pacchetto di sigarette che lo ha colpito. Di quello sarebbe stato più difficile parlare». Lo dice ridendo Spalletti al quale poi viene chiesto un’opinione sui singoli delusi dalle troppe esclusioni: «Dzeko? Un allenatore deve sempre pensare al collettivo e la Roma sta mettendo in mostra un livello altissimo, con o senza Edin. Dipende se bisogna dare o meno in campo riferimenti alla linea difensiva avversaria. Se uno chiede a un centrale chi è più facile da marcare tra Ibra e Cavani, molti diranno Ibra. La Juve ha tre prime punte e riesce a farle funzionare tutte e tre, conta sempre il rendimento della squadra».

Il bosniaco però stavolta potrebbe davvero partire dal 1’ vista l’assenza per squalifica di Nainggolan in un ritorno al 4-2-3-1. Davanti alla difesa, oltre a Pjanic, più Keita che De Rossi: «Dobbiamo tener conto della condizione generale dei calciatori e anche di quello che hanno fatto. Fuori ci sono molti pronti a dare il contributo, ma se gioca Daniele o no non lo dico. C’è lui, c’è Keita e c’è anche Strootman, che sta sempre meglio. Gli manca la partita vera, ma lo userò quando sarà pronto». Quasi nulle le chance per Totti: «Con lui c’è un rapporto carico di fiducia. Io tento di tirare tutti dentro e fare il bene della Roma, lo tratto come un calciatore vero e sono uno dei pochi a farlo. Può fare ciò che vuole in futuro, ma tutti e due correremo per far fare risultati alla Roma. Due giorni fa non si è allenato e ieri si è fermato a metà allenamento, io gli voglio bene, molto più di altri che gli dicono bello, bravo e con gli occhi azzurri». Poi tira fuori l’esempio Maicon: «Mi ha detto che ce l’aveva con me perché non giocava ma ha anche detto che darà sempre il massimo. È bello quando succede così».

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