A pochi giorni dal suo 75° compleanno, Carlo Verdone torna a parlare della sua fede calcistica con la sincerità e il calore che lo contraddistinguono. Un tuffo nei ricordi che attraversa infanzia, stadio, idoli e aneddoti indimenticabili, mostrando ancora una volta quanto il legame tra il celebre attore e la Roma sia profondo e autentico.
Nell’intervista di Sportweek, Verdone racconta che il suo amore per i colori giallorossi nacque sui banchi delle elementari, grazie a un compagno di scuola che disegnava i campioni dell’epoca come Losi e Da Costa. La sua prima volta all’Olimpico fu un derby vissuto in Curva Sud, tra emozioni fortissime e scene di un calcio d’altri tempi, quando anche le provocazioni avevano un sapore più ingenuo rispetto a oggi. Pur essendo romanista, il suo primo idolo fu Omar Sivori, “l’eroe di tutti i bambini”, prima di essere conquistato da Pedro Manfredini, il celebre “Piedone”.
Non mancano le risate, con l’aneddoto relativo alla stagione dello Scudetto del 2001 e alla telefonata di Luciano Gaucci per invitarlo a Perugia-Roma: “Presidente, a cosa debbo questa chiamata?”. “Mi sono fatto dare il tuo numero da Vittorio Cecchi Gori perché vorrei invitarti a vedere la partita del Perugia contro la Nostra Magica Roma”. “Ma tifa per la Roma?”. “Ma è ovvio!”. Verdone ricorda la disavventura al Curi, quando fu accolto dalla tifoseria locale con una pioggia di bottigliette d’acqua mentre attraversava il campo, tra l’ironia e la leggerezza tipiche dei suoi racconti. La partita finì 0-0, e il giorno dopo Gaucci gli spedì un servizio da tè come gesto di ringraziamento. Un episodio che Verdone ricorda ancora con un sorriso, parte di quel mosaico di memorie che rendono speciale il suo rapporto con la Magica.



