Carica Alisson. Ha fermato Messi, ora vuole la Roma

alisson brasile

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Placido e sereno, come promettono i suoi occhi di ghiaccio, Alisson Becker si è goduto una notte da favola in Brasile, dove qualcuno comincia a chiedersi se alla Roma qualcuno abbia capito. Ha giocato da capitano contro l’Argentina e ha sbarrato la porta a un attacco composto da gente insignificante come Messi e Higuain. Ma soprattutto ha lanciato un messaggio a Spalletti in chiave-derby, impedendo con una parata rilevante al laziale Biglia di segnare un bel gol da lontano.

INCROCI – Strana storia: Alisson è titolare del Brasile, Romero è titolare dell’Argentina, ma nessuno dei due portieri gioca da primo nei rispettivi club. Alisson viene dietro a Szczesny nella Roma, Romero è il vice di De Gea al Manchester United. Una situazione surreale che ad Alisson, comprato per 8 milioni dall’Internacional di Porto Alegre con la prospettiva di essere padrone del proprio destino, comincia a pesare. «Alisson soffre la panchina» conferma Taffarel, ex portiere del Parma e oggi preparatore dei colleghi della nazionale.

RISPETTO – Ma lui, il protagonista, di alimentare polemiche dall’altra parte dell’oceano non ha affatto voglia. Non è nel suo stile: «Taffarel mi conosce bene, sa cosa posso dare. Io non posso fare altro che impegnarmi giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, per dimostrare il mio valore. E’ evidente che il mio obiettivo sia giocare tutte le partite non solo in nazionale ma anche nella Roma. Ma mi hanno detto di pazientare, perché questo è un momento di transizione». Sa bene, Alisson, che a fine stagione il rivale Szczesny tornerà all’Arsenal per fine prestito spalancandogli la porta. Non era così che aveva sognato il suo approdo all’Europa, ma a 24 anni ci si può anche permettere di aspettare.

CRESCITA – La ruggine della panchina non lo scoraggia anche se a Vienna, in Europa League, ha sbagliato la prima uscita bassa regalando un gol all’Austria: «Io mi alleno sempre con l’obiettivo di giocare. Questo mi aiuta a essere pronto quando devo tornare a difendere il Brasile. Poi, chiaro, spero di avere spazio definitivo anche nel club. Devo avere pazienza». Ha già debuttato in Champions League ma non in Serie A. Per il momento non considera l’ipotesi di lasciare la Roma in prestito a gennaio, preferisce giocarsi le sue carte con Spalletti auspicando di sovvertire prima del previsto le gerarchie. Nel frattempo ha imparato piuttosto bene l’italiano, ha assimilato i nuovi sistemi di allenamento europei e si prepara a un futuro da protagonista. Intanto, giocherà anche a Lima contro il Perù: «Credo che per un portiere l’autostima sia più importante del numero di partite giocate. Io ho grande fiducia in me stesso e penso di aver sempre dato il massimo quando sono stato utilizzato».

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