Cannavaro: “In Cina stare a casa funziona. Così l’Italia ripartirà”

Fabio Cannavaro era in Cina quando è partita l’epidemia di Coronavirus. Ora nel paese asiatico i contagi si stanno quasi azzerando e il tecnico del Guangzhou ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Enrico Currò di Repubblica. Questo un estratto:

In Cina il virus è stato bloccato?
Lo stanno gestendo da qualche settimana. I nuovi casi arrivano da fuori. Perciò noi a Dubai avevamo fatto anche l’esame del sangue. Dopo il transito da Hong Kong, appena atterrati a Guangzhou ci hanno fatto il tampone e messo in quarantena per due settimane. Agli italiani dico: state in casa c’è poco da scherzare.

I cinesi hanno capito che era essenziale non uscire…
Appunto. Ricordo la seconda ondata del virus. Ci misuravano sempre la febbre. C’erano posti di blocco, i militari, le ambulanze. Guai a sottovalutare il problema. I cinesi un ospedale lo mettono su in dieci giorni. Noi, in Italia, abbiamo poco più di 5mila posti in rianimazione. Non possiamo permetterci tanti contagi, altrimenti i medici sono costretti a scegliere i pazienti da salvare. La strada è una sola.

Non uscire?
Non mi stanco di ripeterlo. L’Italia sta facendo un grandissimo sforzo e le cose giuste, prima di altri paesi europei. Forse il caldo aiuterà ma è molto più importante stare a casa adesso. Non c’è business che tenga.

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