Il campione, l’unica differenza

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Il Corriere Della Sera (M.Sconcerti)La Roma non è stata inferiore al Real come squadra. Lo è stata come somma di qualità individuali. Il Real gioca un calcio vecchio, non ha schemi, ha giocatori. Zidane sembra un classico ex grande calciatore che fondamentalmente non stima i suoi perché non li considera all’altezza del ricordo che ha di sé. Il suo Real non ha un’idea di gioco, ha le idee dei suoi giocatori. Ha l’energie delle sfumature. Meglio la Roma come chiusura degli spazi e interpretazione della partita, cioè ricerca costante del contropiede. La colpa è stata non aver usato nemmeno una delle tante occasioni avute. Questa era una partita da gol immediato per smuovere i sentimenti, riequilibrarli, creare speranze e paure. La Roma ha sbagliato almeno 3 gol evidenti, l’avventura è finita lì. È tornata a diventare regolare l’eliminazione e una sudditanza storica eterna contro una squadra che è solo un’ombra illustre di se stessa.

Come all’andata ha deciso Cristiano Ronaldo (oltre all’ingresso di Vazquez). Non credo che Ronaldo avrebbe sbagliato le occasioni che ha avuto la Roma. Si può parlare allora di calcio in qualunque modo, ma a questi livelli diventa utile considerare importanti soprattutto le qualità dei singoli. Ronaldo ha segnato ieri il 40° gol stagionale. Il miglior realizzatore della Roma è Salah con 12. Questa è la differenza, questo in fondo è il calcio. Vince chi fa gol. Anche contro questo Real un po’ vintage, un caldo esempio di occasionalità, di calcio squilibrato, lungo, lussuoso e abbastanza improvvisato, la Roma non ne ha segnato nessuno. Resta il rimpianto per un gol rapido che poteva cambiare la gara e per un calcio italiano che continua a scambiare l’Europa per un muro. Resta anche la dimostrazione di qualità in senso italiano della Roma. Da noi è evidente che è una grande squadra. Ma non sappiamo più chi siamo noi.

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