Calvo: “La Roma è molto più di una squadra di calcio. Abbiamo cercato di capire come essere utili con i nostri tifosi”

Francesco Calvo, Chief Operating Officer della Roma, ha rilasciato delle dichiarazioni a Roma TV al talk show “At Home”. Alle 21 l’intervista integrale andrà in onda. Queste le sue parole:

Parliamo di queste iniziative molto importanti della Roma legate all’emergenza Coronavirus. Il club è in prima linea, sta aiutando tutti a 360 gradi. 

Assolutamente. Abbiamo cercato di raccogliere soldi, ma su questo ci rendiamo conto che possiamo fare la nostra parte, ma rimane pur sempre piccola. Noi abbiamo raccolto un po’ più di mezzo milione di euro, leggevo che la Protezione Civile ha raccolto donazioni per più di 100 milioni di euro, per cui noi per ciò che riguarda i soldi possiamo stimolare i nostri tifosi, ma è pur sempre una piccola parte. In un momento difficile per tutto il paese, per tutte le persone, abbiamo cercato di capire come renderci effettivamente utili. Siamo entrati nell’operatività delle cose e siamo riusciti, grazie alle nostre strutture e alle persone che lavorano con noi, a essere veramente utili facendo la differenza con le azioni e non solo con soldi, proclami o dichiarazioni. Grazie alle persone che lavorano con noi -voglio menzionare e ringraziare nello specifico Francesco Pastorella- ad approvvigionarci di mascherine, gel igienizzanti e guanti, riuscendo a donarli ad ospedali e ad altre strutture come case famiglia e parrocchie. Abbiamo cercato di capire come essere effettivamente utili con i nostri tifosi, che cosa potevamo fare di diverso che non sarebbe venuto mai in mente a nessuno o che nessuno avrebbe messo in piedi, per cui abbiamo chiesto a tutti i dipendenti di mandarci idee su che cosa potevamo fare in questo momento. Un’idea che ci ha dato grande soddisfazione è quella della consegna dei pacchi agli abbonati con più di 75 anni, che sicuramente hanno più difficoltà in questo momento. Oltre ad essere i più sottoposti a questo virus, hanno anche il divieto di uscire di casa tassativo, per cui abbiamo cercato di renderci utili consegnando questi pacchi di beni primari: mascherine, guanti, gel, cibo, acqua e anche qualche birra e una sciarpa della Roma. Questo ci ha dato grandissima soddisfazione. Parlavo con le persone che hanno consegnato questi pacchi e la soddisfazione sta proprio nella reazione della gente. Abbiamo avuto una dimostrazione d’affetto nei confronti della Roma. Io non sono romano, ma comincio a capire l’importanza che ha il nostro club sulle persone e sulla vita quotidiana della città. La Roma mi rendo conto che è molto più di una squadra di calcio, è molto più di lavoro. Questo ci ha dato grande soddisfazione, ieri siamo partiti con un’altra iniziativa, quella di mettere a disposizione il nostro call center per gli abbonati che hanno più di 60 anni per cercare di aiutarli a fare la spesa. Io vedo i miei genitori che non hanno un buon rapporto con la tecnologia, noi cerchiamo di mettere a disposizione la nostra tecnologia per la gente che non ci riesce, lo facciamo noi per conto loro, spesa o materiali farmaceutici. Cerchiamo di mettere in piedi tutta una serie di iniziative per portare un po’ di felicità, di svago e di servizi utili alle persone. Questo ci rende diversi da tutti.

Le società sportive come la Roma hanno una grande visibilità e hanno grande peso sullo sviluppo dei giovani, è importante farsi vedere anche quando non va tutto bene.

Io ho la fortuna che da sempre lavoro nel mondo dello sport, per cui mi sono sempre sentito privilegiato, i lavori duri sono sicuramente altri. Lavorando nello sport abbiamo due grandi responsabilità, la prima è che alla fine noi lavoriamo e gestiamo i sogni delle persone, a partire da chi scende in campo, ma anche tutto lo staff che sta dietro. Noi regaliamo illusioni e dobbiamo essere molto consapevoli di questo. Dall’altro lato della medaglia, qualsiasi cosa che facciamo o che diciamo, ha un risalto e una visibilità incredibile, nel bene e nel male. Dobbiamo sempre stare attenti a tutto quello che facciamo e farlo bene, su questo il nostro presidente ci spinge sempre a cercare l’eccellenza in tutto quello che facciamo. In questo momento, su input di Guido Fienga, abbiamo dovuto serrare le fila e lavorare duro per cercare di avere un impatto positivo sulla società. Le piccole iniziative che riusciamo a fare danno dei messaggi molto positivi e hanno permesso alla Roma, e a me che non sono un amante delle interviste ma l’ho dovuta fare, di andare sulla CNN, andarci per meriti sportivi è molto più difficile. Questo ci da molta responsabilità ma è anche una grandissima fortuna.

Roma Cares anche in passato si è distinta con tanti altri progetti, aiutando i ragazzi più giovani. La società è sempre in prima linea, con uno sguardo rivolto verso il sociale e chi sta più in difficoltà

Assolutamente, per noi Roma Cares è una costola molto importante della società. In questo momento forse sta avendo una grandissima visibilità, però Roma Cares ormai sono sei anni che agisce sul territorio e sulla comunità locale, cercando di garantire l’accesso all’educazione sportiva, allo sport, a ragazzi giovani che hanno problemi di disagio sociale. Roma Cares è molto attiva, ci sono programmi che vanno avanti tutto l’anno. Scuola di Tifo è per la sensibilizzazione dei giovani al tifo sano. Per il progetto di Calcio Integrato ieri ho visto i video degli allenatori per i propri allievi a casa, che credo abbiano commosso più di una persona per l’impegno e la passione che ci mette questa gente. Roma Cares la riteniamo un modo di essere presenti sul territorio e cercare di aiutare la gente che più ne ha bisogno. Su Roma Cares siamo molto ambiziosi, nel senso di allargare i fondi a disposizione e le attività che riusciamo a fare perché ci rendiamo conto che è uno di quegli elementi che ci permettono di fare la differenza nel campo delle responsabilità che abbiamo.

Molte leggende e giocatori attuali hanno speso parole bellissime sulle iniziative della società

Noi cerchiamo di coinvolgere il più possibile sia le nostre leggende che i nostri giocatori. Quasi tutte le settimane ci sono giocatori che vanno in giro per la città a visitare ospedali, case famiglie o situazioni dove richiediamo di andare. Spesso sono loro stessi a rendersi conto di quanto il loro ruolo e la loro immagine è importante. Per non parlare di giocatori che, in segreto, non faccio nomi, sostengono alcuni progetti di Roma Cares perché ci credono e perché vedono l’impatto che ha sulla gente. Ci chiedono di farlo in maniera assolutamente anonima perché preferiscono farlo così. A noi fa molto piacere riuscire a coinvolgere i nostri attori protagonisti, perché la gente ha bisogno del loro aiuto e dei loro messaggi.

I tifosi si stanno interrogando su come riprendere, che cosa ci dobbiamo aspettare? Che cosa state immaginando?

La priorità del Paese è uscire da questa situazione di emergenza, dove il calcio veramente non è la priorità assoluta. Siamo anche consapevoli però di quella che è l’importanza sociale che il calcio ha e quanto è un elemento di svago per le persone, per cui c’è la volontà da parte di tutto il calcio europeo di riprendere e portare a conclusione i campionati. Questo parte dall’Uefa che ha spostato le competizioni europee, le gare delle nazionali… Si vuole riprendere. Quando, al momento, è ancora una scommessa. La situazione continua a cambiare molto velocemente, ci vorranno dalle 3 alle 4 settimane per permettere la riatletizzazione dei giocatori, questo è quello che ci spiegano i nostri medici. Ci sono varie bozze di calendario sul tavolo che si stanno discutendo, l’idea è di giocare tutto il mese di giugno e tutto il mese di luglio. C’è grande disponibilità da parte di giocatori e istituzioni per spostare la scadenza classica del 30 giugno (della stagione sportiva, dell’anno fiscale, delle scadenze di contratto con giocatori, sponsor, diritti televisivi) almeno al 30 luglio. Allo stesso modo l’Uefa con le leghe europee ed i club sta lavorando al calendario per la prossima stagione, qualsiasi ritardo su questa stagione infatti avrebbe impatto sulla prossima. La priorità del mondo del calcio è, una volta risolta l’emergenza, ripartire e portare a conclusione i campionati. Quando si potrà fare, in assoluta sicurezza, la volontà è quella di ripartire.

Il problema è rischiare di rovinare due campionati se si finisce di lavorare troppo tardi…

Assolutamente, c’è la volontà di non compromettere anche il prossimo campionato. Tutte le analisi che stanno facendo gli esperti sono per cercare di avere il giusto bilanciamento, sapendo che questo campionato lo si vuole concludere, ma non si può fare a tutti i costi: intendo la salute da un lato e il campionato dell’anno prossimo. Abbiamo un problema grande oggi e rischiamo di costruirne due grandi per il futuro.

La Roma ha messo a disposizione dei calciatori tutti i mezzi necessari per continuare la preparazione da casa

Lo confermo, poi speriamo che rispettino tutti i piani, ma non sono io che controllo (ride, ndr). Io non sono un esperto di calcio giocato e di attività fisica, ma parlando con i medici, oltre il buon lavoro fatto a casa da tutti gli atleti ci vogliono, come dicevo prima, quattro settimane di allenamento per riprendere bene.

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