Calcioscommesse, Gillet: “Dissi no a minacce ultrà”

L’allora capitano del Bari, il portiere Jean Francois Gillet, ora al Bologna, respinse le minacce degli ultrà che avevano chiesto ai biancorossi di perdere alcune partite dello scorso campionato per far soldi con le scommesse. Lo dice a verbale lo stesso Gillet, e lo riporta l’ansa, facendo i nomi di tre capi ultrà. E’ quanto emerge dagli atti giudiziari. Una volta conseguita sul campo la matematica retrocessione in serie B del Bari, “alcune frange degli stessi ultrà del tifo barese” avvicinarono i calciatori ed imposero loro “di perdere le successive partite di campionato in modo da consentire ai tifosi di lucrare anch’essi vincite in denaro, puntando sulla sconfitta dei propri ex beniamini“. Lo scrive il gip di Bari nel provvedimento di arresto notificato stamani anche ad Andrea Masiello. “Tanto accadeva – annota il giudice – in un clima di intuibile tensione che sarebbe degenerato in aperta contestazione dei calciatori da parte della tifoseria organizzata in prossimità del successivo derby Bari-Lecce». Di questo parla nell’interrogatorio del 27 dicembre 2011 l’ex centrocampista barese Marco Rossi, ora al Cesena. Rossi ha detto agli investigatori che “poco prima della partita Cesena-Bari del 17 aprile 2011, alcuni capi ultrà avevano intimato ai rappresentanti dei giocatori, tra cui il portiere Gillet e lo stesso Andrea Masiello, di perdere le successive due partite di campionato, ovvero Cesena-Bari e Bari-Sampdoria, in quanto avevano essi stessi scommesso sulla sconfitta del Bari“.
Nonostante le nemmeno tanto velate minacce – rileva il gipi giocatori tuttavia avevano deciso – a dire di Marco Rossi – di non aderire alle richieste dei tifosi“.

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