Cagliari, gli ultrà irrompono nel ritiro: minacce e schiaffi a giocatori e staff. Zeman: “Sono brutte cose che ancora non si riescono a eliminare qui e in altre piazze. Qualcuno è rimasto scioccato”. Tommasi: “Ripristinare la normalità”

zeman

Alta tensione in casa Cagliari. Stando a quanto riferisce ‘gazzetta.it‘, un gruppo di ultrà avrebbe fatto irruzione nella sede del ritiro della formazione isolana ed avrebbe aggredito con minacce e schiaffi alcuni calciatori ed alcuni componenti dello staff tecnico (Calciomercato.it).

«Non è stato un confronto. Per il confronto bisogna essere in due. E noi abbiamo solo subito. Per la pace, ma abbiamo subito», ha ribadito Zeman parlando in conferenza stampa sul blitz degli ultrà ieri nel Centro sportivo di Assemini con minacce e schiaffi ad alcuni giocatori. «I giocatori? – ha spiegato -. Per qualcuno era la prima volta, logico che sia rimasto scioccato. Sono brutte cose che ancora non si riescono a eliminare. Parlo anche di situazioni che si verificano non solo a Cagliari, ma anche in altre piazze».

«I miei li ho visti male, stavano male dopo quello che è successo. Ma in tutti gli stadi c’è una frangia che si dissocia dal tifo sano».

 

“Oggi c’è chi utilizza il calcio in maniera distorta, bisogna far fronte comune per ripristinare la normalità. Tutti insieme dobbiamo affrontare il problema, dopo che per anni ci si è assuefatti a questa atmosfera. In Europa sarebbe impensabile quello che accade in Italia, i calciatori sono i primi a volere una normalizzazione dei rapporti con le tifoserie”. Così Damiano Tommasi,presidente dell’Assocalciatori, dopo i fatti di Cagliari e la devastazione dello stadio di Varese, che ha causato il posticipo di 24 ore della partita contro l’Avellino. “Il confine fra passione e prevaricazione è sottile – aggiunge Tommasi -. Tuttavia, non dobbiamo rinunciare al bello del calcio, poco importa se saremo costretti a passare attraverso un processo doloroso, costellato da decisioni drastiche. Sarebbe bello se i tifosi si potessero recare allo stadio senza preoccupazioni, sarebbe un beneficio per tutto il movimento”. Tommasi conclude sottolineando che “ognuno deve fare la propria parte”.

(ansa)

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