Buffon: «Totti al Mondiale sarebbe bellissimo»

Totti Roma-Catania PR

Una mattinata in spiaggia con la famiglia, un’immagine serena, dopo il successo nella Confederations Cup. Ma Gigi Buffon resta concentrato su questa Confederations Cup. E lo stesso anche i compagni distratti dal mercato, a sentire il capitano azzurro: «Marchisio e De Rossi? Sono importanti per noi, lo hanno dimostrato contro il Messico. Non so se l’Italia ha un effetto terapeutico, so che quando uno arriva

Una settimana di Brasile, il suo giudizio sull’organizzazione? 
«Noi siamo privilegiati, non voglio essere superficiale dando giudizi sommari. Strutture, stadi, tifosi sono all’altezza dell’evento: questo conta e la Confederations adesso è importante, bisogna dirlo, ci sono le squadre più forti del mondo nel Paese calcisticamente più importante del mondo».

Con le spiagge tra le più belle: l’abbiamo vista giocare con la sua famiglia
«È un fatto normale,e naturale. Meglio che perdersi in un centro commerciale. Qui poi in Brasile c’è tanta gente che cerca di consumare la propria vita con entusiasmo, anche se in difficoltà economiche, per me è un valore, un complimento che faccio a loro».

Torando al calcio, nel 2009 le cose andarono male. Ci sono differenze?
«La differenza rispetto ad allora è che da tre anni stiamo compiendo un percorso di maturazione a 360 gradi; la nostra è una Nazionale in ascesa. Speriamo, vogliamo andare avanti per mettere un altro tassello e progredire ancora».

Intanto la Spagna si è presentata…
«Con loro non servono parole. Un anno fa a Kiev la nostra fu una sconfitta giusta che ci ha fatto crescere. Il test di ieri era impegnativo. Il Messico ci ha sempre messo in difficoltà, io non ci avevo mai vinto. Se tutto è sembrato facile è stato merito nostro».

Un grande Balotelli, cosa ha in più rispetto all’Euroepo?
«Qualitativamente è uguale, lui sarà sempre così, sarà sempre straordinario come qualità. La differenza è aver potuto giocare con continuità, rispetto a prima, ha potuto trovare serenità e consapevolezza maggiori. Per noi è un grande vanto averlo come simbolo».

Il capitano resta lei
«Io vivo il presente, mi piace questo presente da calciatore importante; quello a cui tengo di più è continuare, confermare i 18 anni di calcio alle spalle. Mi interessa vincere ancora, con la Nazionale e col club. L’unico modo? Migliorarsi, senza stimoli non sei più un giocatore, e io provo ancora emozione quando gioco». 

Anche al Maracanà
«Lì sono state scritte pagine epocali, un tempio. Bello che molti tifosi neutrali ci abbiano sostenuto. Succederebbe anche da noi in caso contrario».

C’erano molte maglie azzurre di Totti allo stadio. Sarebbe bello portarlo al mondiale 2014? 
«Sarebbe bellissimo, ma deve sentirsela lui, deve stare fisicamente al 100% per un mondiale. Poi per la verità, c’erano anche tante maglie di Baggio… e sarà dura pensare di portare Roby. Voglio dire che nell’immaginario mondiale certi campioni non passeranno mai di moda; la maglia di Totti, quella di Robi e di Del Piero le troveremo negli stadi tra 100 anni. Francesco sta giocando alla grande, sembra un ragazzino». 

Ora arriva il Giappone. Il portiere Kawashima venne a fare uno stage quando lei era a Parma
«Vero, ero ancora nelle giovanili. È stato il primo asiatico che venne a conoscere le nostre metodologie di allenamento. A vederlo parare mi pare che abbia imparato molto bene».

Si troverà contro il suo ex allenatore, Zaccheroni 
«Io l’ho apprezzato come persona e come tecnico nei suoi 6 mesi difficili di Juve. Lui cercò di dare una sterzata che non arrivò. Ma mi piacque molto. Si tratta di un allenatore molto preparato, che cercava di studiare i minimi dettagli: peccato che non abbia avuto tempo di lavorare fino dall’inizio, a luglio; glielo dissi pure. Si capiva che era molto capace. È un allenatore più che un selezionatore, ed è stato giusto andare in Giappone: gli asiatici hanno una disponibilità al sacrificio e al lavoro che si sposano bene con Zaccheroni».

 

Corrieredellosport.it

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