Bruno Conti una bandiera della Roma, Daniele una bestia nera

Daniele Conti

Mi capita spesso di ripensare a quella mattina in cui mi chiamò il direttore sportivo della Roma Franco Baldini per comunicarmi la tua cessione al Cagliari in comproprietà per una stagione. Proprio in Sardegna, pensai, la terra in cui io e tua madre ci eravamo innamorati nell’estate dell’82. Ero felicissimo, anch’io poi mi sono dovuto fare le ossa al Genoa prima di giocarmela nella Roma. Forse all’inizio, in cuor mio, speravo di rivederti presto con la maglia giallorossa, e quel gol al Perugia sotto la Sud resterà un ricordo indelebile. Quindici anni dopo è andata in tutt’altro modo. Una storia diversa, forse più bella, di sicuro speciale. Hai fatto una scelta importante, la più difficile, ma alla fine hai vinto tu”. Papà Bruno Conti racconta così la storia di Daniele, che lunedì sera con il suo Cagliari scenderà in campo all’Olimpico. Il capitano sardo, probabilmente a causa di un mix tra simpatia per i colori giallorossi, tramandata dalla famiglia, e vis agonistica che lo contraddistingue, contro la Roma si esalta letteralmente. Infatti sono ben 5 le reti che il centrocampista ha segnato al suo vecchio amore, impresa riuscita a pochi bomber. Si apre il sipario della goleada l’8 febbraio 2006, quando Conti segna la rete del provvisorio vantaggio Sardo. Seguono poi quelle del momentaneo pareggio all’Olimpico nel 2008, partita che però terminò 3 a 2 per la Roma, ben 2 i gol nel 2010. A gennaio inchioda al 93’ il risualtato sul 2-2 e a settembre è protagonista indiscusso di quel 5 a 1 che fece tanto male alla Roma. Un anno esatto dopo arriva il quinto sigillo, a nessuna squadra ha mai segnato così tanto. I fischi? Gli scivolano addosso. Questa volta però la maledizione di Daniele dovrà scontrarsi con la Roma imbattuta e capolista che non ha nessuna intenzione di far decidere a lui l’eventuale sorpasso.

Umberto Ruggeri

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