Bruno Conti: 57 anni e non sentirli

Bruno Conti, uno dei giocatori più rappresentativi della Roma e del calcio italiano nel mondo. Campione del Mondo a Spagna ’82 e Campione d’Italia con la maglia giallorossa nel 1982/83. E pensare che cominciò giocando a baseball. Si, perchè Bruno Conti è nato a Nettuno, la città del baseball, ed era una vera e propria promessa di questo gioco. Fortuna volle che si avvicinò al gioco del calcio e alla Roma. Era il 1972 e da allora, a parte un paio di parentesi al Genoa ( ’75-’76 e ’78-’79) non si mai più tolto la maglia della Roma, della sua Roma. Un’avventura che durò per quasi un ventennio, dal 1972 all’addio al calcio giocato nel 1991, con un totale di 304 presenze e 37 gol in campionato. Una vera e propria leggenda del calcio sia italiano che romanista che oggi, 13 Marzo, compie 57 anni. Gli auguri quindi da tutto il popolo romanista ad un simbolo, forse il più grande assieme a Totti ( almeno per quanto riguarda tempi più recenti) che ha dato tutto e continua a dare ancora molto alla società che lo ha accolto e lo ha fatto diventare un campione.

In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Bruno Conti parla a 360° di se stesso, giocatore, dirigente, uomo. “Mi sento molto bene, sono in forma .- queste le sue parole – In questi giorni sono a Cagliari e mi godo i miei nipoti. Sono felice. Gli anni cominciano ad essere tanti, ma ho realizzato ciò che avevo sognato. Mi sono preso delle belle soddisfazioni, mi sono divertito e spero di aver fatto divertire. Gli anni non mi pesano. Sono il responsabili del settore giovanile, che mi continua a dare grandi soddisfazioni. Lo stesso Piscitella lo abbiamo scoperto in un provino a Napoli e da quando ha 15 anni vive nel nostro pensionato. Da soli non si può fare nulla e devo fare i complimenti ai nostri osservatori che svolgono un grande lavoro. Ho cominciato nel ’93 e mi sono girato moltissimi campi dei dilettanti, i rapporti umani sono stati più utili dei soldi.

L’intervista continua con un paio di curiosità : ” Quando dovevo firmare un contratto con la Roma, sono stato molto vicino al Napoli. Ogni volta che ci affrontavamo, io e Maradona da capitani ci scambiavamo i gagliardetti e lui mi ripeteva sempre che mi aspettava a Napoli. Quello era un garnde Napoli ma non me la sono sentita di lasciare la Roma, anche per rispetto nei confronti di mio padre. Ma fui davvero vicinissimo al trasferimento.

Siamo stati vicini a Drogba. E ad Eto’o che è stato anche a casa di Pradè. Con Mutu avevamo chiuso con la Fiorentina che poi all’ultimo ci ha ripensato.”

Il rapporto con i suoi tifosi : “ Ora è meno diretto. Ma da parte mia non è cambiato nulla. Nel calcio c’è chi dimentica ma non può essere cancellato quello che ho fatto per la Roma. Quando venivano a contestare a Trigoria, io e Totti ci abbiamo sempre messo la faccia. Se qualcuno ha dimenticato, io no. Non dimentico il giorno del mio addio al calcio, della festa scudetto, non dimentico nulla. Ma capisco che nel calcio che cambia così in fretta a volte qualcuno può dimenticare.

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