Brividio Italia ma per fortuna c’e’ SuperCiro

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Corriere Dello Sport (A.Santoni) – Un’ora senza gioco con la Spagna, due minuti di black out totale in Macedonia, più una coda di una decina di minuti a mani alzate, rischiando il tracollo. Poi, come a Torino, decisivi i cambi di Ventura. E stavolta la ciambella, che sembrava bruciata irrimediabilmente, è riuscita col centro, anzi tre, uno segnato da Belotti (primo gol azzurro) e quelli decisivi da Immobile, che ha chiuso la partita quando era già finita. Piange di nuovo la Macedonia di Pandev, sconfitta per la terza volta senza averlo meritato, che ha mostrato un Nestorovski formidabile e a segno, migliore in campo fino al momento dell’infortunio, decisivo anche nell’economia del gioco azzurro. Certo è che questa Nazionale di Ventura a dama ci arriva in un modo faticosissimo. Però stanno accadendo delle cose: a parte il primato nel girone, insieme alla Spagna, il ct, dopo aver messo dentro quanti più giovanotti poteva, senza che Bernardeschi e Verratti confermassero qui quel che valgono, ha finito col varare per la prima volta il suo agognato 4-2-4. Sta di fatto che l’Italia così è riuscita a ribaltare la situazione. Manca ancora però a questo gruppo quel senso supremo di gruppo, che pare scivolato via da certi animi con le lacrime versate in Francia, dopo l’eliminazione da Euro 2016. E questo ci pare il problema maggiore, più che le scelte tattiche o di uomini.

SCELTE – “Pessimista” contro la Spagna, parafrasando Ancelotti quando c’è da descrivere un difensore, ottimista contro la Macedonia. Ventura, qui dove era richiesto, alza l’Italia oltre l’ostacolo, scegliendo una Nazionale giovane e sbarazzina, con Immobile-Belotti affiancati in attacco, passando da un centrocampo conservativo (Florenzi-Parolo-De Rossi-Montolivo-De Sciglio) a una mediana di gamba e estro (Candreva-Bernardeschi a destra, Bonaventura interno sinistro, più il compagno milanista De Sciglio in fascia e l’annunciato Verratti in regia). E’ il talento viola la carta in più che si gioca il ct. Però col passare dei minuti la natura tecnica dei singoli prevale sugli equilibri: la squadra si allunga molto, Verratti si schiaccia senza il supporto dei due interni. Pur avendo il boccino, l’Italia cerca l’inerzia giusta e in questa fase rischia il controgioco macedone, orchestrato da un Pandev sornione e preciso. Dopo un gol annullato a Candreva (9′), nel momento in cui Ventura chiede a Bonaventura e Bernardeschi, due mezze punte, maggior copertura, Nestorovski, solo al limite, trova una gran parabola fermata dalla traversa (17′). Forse la Macedonia, partita tutta sotto la linea della palla, presume troppo, lascia campo, dove si infilano due volte gli azzurri. Alla prima, bella azione in verticale Bernardeschi-Candreva-Immobile, Bogatinov si salva in angolo. E dalla bandierina il viola trova la cresta micidiale di Belotti (24′), che può dare la sua prima “sveglia” azzurra.

FATICA – Solo che le cose, anche così, non si mettono sul piano inclinato giusto. I giallorossi si riprendono in fretta e non lasciano più iniziative all’Italia, con Nestorovski davvero brillante e vicino al pari (41′). Non serve l’intervallo a chiarire le idee ai nostri, non serve la mezza occasione di Immobile (5′); perché dopo un’ora l’Italia si spegne, resta schiacciata dai propri limiti tattici, e soprattutto mentali. In due minuti due errori individuali, prima di Verratti poi di Bernardeschi, dentro a una squadra totalmente sbilanciata, aprono campo e porta a uno-due micidiale. Segna prima il fenomenale Nestorovski (12′) e a seguire Hasani (14′), con l’Italia in crisi profonda.

CAMBIVentura davanti all’abisso, gioca la svolta: fuori Bernardeschi e Bonaventura, dentro Sansone, alto a sinistra, e Parolo, in coppia con Verratti, Italia col 4-2-4. Nel momento del passaggio tattico la Macedonia sfiora il 3-1 (25′, Mojsov). Complice l’infortunio di Nestorovski, l’Italia ritrova spazio, coraggio, qualche linea di gioco e il pari (30′) con Immobile, su assist di Candreva. Ancora un cambio, con Eder per Belotti, e assalto finale, tutto nei piedi illuminati di Candreva e nella garra di Immobile che in pieno recupero gonfia rete e ruote azzurre. Ma quanta fatica.

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