Bonucci: «Non sono cose da Juve»

Corriere dello Sport (E.Intorcia) – Solo un’altra volta, in un campionato ancora agli albori, la Juve di Allegri aveva perso dopo aver colpito per prima, passando in vantaggio. Era accaduto il 18 settembre 2016, a San Siro, contro l’Inter: vantaggio di Lichsteiner, neutralizzato dopo due minuti da Icardi, poi il 2-1 di Perisic. Sembra una vita fa, soprattutto considerando cosa ne è stato di quella Inter. All’Olimpico, fino al minuto numero 56, la missione del punto da portare a casa per il sesto scudetto consecutivo era praticamente compiuta, poi una rimonta che per certi versi può bruciare più di quella subita otto mesi fa: perché rinvia la festa, almeno di un’altra settimana, a metà della quale, però, cade la finale di Coppa Italia, sempre all’Olimpico, stavolta però contro la Lazio di Simone Inzaghi. In questo finale di stagione, con un Triplete da cogliere, la testa conta più delle gambe. E Leo Bonucci punta il dito soprattutto sull’aspetto mentale. «Dopo un primo tempo giocato bene, aggressivi, abbiamo staccato la spina. E’ preoccupante, non si possono prendere sei gol in tre partite. Non è da Juve. Ci serva da lezione per mercoledì, perché la Lazio sta bene». Due match ball andati: nessuna sindrome del tennista, solo fretta di chiudere al più presto questo discorso, lo scudetto, e concentrarsi sulla Champions. Spiega Bonucci: «Ha pesato soprattutto la stanchezza dal punto di vista psicologico. Il fatto che potesse bastare un pareggio ci ha condizionato, ma contro una grande non si deve abbassare mai la guardia». Per certi versi anche quella con la Roma era una gara secca, come lo saranno quelle con Lazio e Real, con il vantaggio del doppio risultato utile. C’è da preoccuparsi? «No. Dobbiamo preparare al meglio la prossima partita, un match da vincere perché siamo la Juve».

IL MARGINE – Sei punti di vantaggio, ne servono altri tre per brindare allo scudetto. «Però è inconcepibile – ecco l’autocritica severa – perché quando hai l’obiettivo in mano, lo devi prendere. Continuiamo a regalare punti, il vantaggio è ancora discreto ma così le cose si complicano e così nulla è scontato. Arrabbiato o deluso? Tutte e due le cose, però sono più deluso che arrabbiato perché volevamo chiudere subito il discorso scudetto per avere più giorni di riposo mentale in vista dei prossimi impegni. In condizioni normali non avremmo mai preso gol del genere. Quando la Juve sta sul pezzo non subisce gol come questi». Però sono arrivate le due reti dell’Atalanta, le tre dalla Roma, più quello indolore del Monaco. «E quando non sei al cento per cento – aggiunge il difensore bianconero – prendi gol a Roma e Bergamo, e così rosichiamo. Non bastano le parole, bisogna dimostrare sul campo quelli che tutti dicono». Il messaggio di Leo è chiaro.

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