
La Gazzetta dello Sport (C.Angioni) – Romanissimo e tifosissimo dell’Inter. Fan di Gigi Simoni e José Mourinho ieri. Deluso dal flop Joao Mario ed esaltato da super Maurito Icardi oggi. Paolo Bonolis, nerazzurro grazie al papà («È di Milano, è nato a Pero e si trasferì a Roma con la famiglia durante la guerra. Mi ha cresciuto guardando le partite dell’Inter insieme, ma questo non cambia le carte in tavola rispetto alla mia romanità»), è pronto per il suo specialissimo derby.
Domenica sera c’è Inter-Roma…
Una partita importante, perché ci sono in ballo tre punti fondamentali per la Champions. Dubito che il primo o il secondo posto possano essere di Inter, Roma o Lazio. Roma squadra da temere? Molto di più, all’andata ci ha fatto vedere i sorci verdi, poi è calata e abbiamo vinto. Sarà una partitaccia per noi, bella da vedersi.
L’Inter non vince da 5 partite. ..
Arriva da un periodaccio, l’Inter ha una rosa limitata, ma mister Luciano da Certaldo sta facendo un ottimo lavoro perché non ha fenomeni. E quando due-tre giocatori perdono lo smalto la squadra ne risente. Con l’Udinese siamo partiti bene ma ci siamo mangiati due gol, con il Sassuolo si è giocato 80’ nella loro metà campo, con la Lazio le squadre si sono quasi annullate, con la Fiorentina avevamo una difesa improvvisata. La panchina corta pesa.
Ma Spalletti le piace?
Molto, è una persona accanita nel lavoro: senza una giusta dose di rabbia e accanimento nello sport non si ottengono risultati. Lui all’Inter li ha dati ma è umano che ci possano essere dei cali. Ho visto un Perisic irriconoscibile nelle ultime partite e questo pesa. La sua carica fisica è sparita e l’Inter ha perso un’arma letale. Mi dispiace per Joao Mario, è il fantasma di se stesso. Ha qualità tecniche ma una dimensione atletica inadeguata per un centrocampista e una volontà di intenti insufficiente rispetto ai compagni. Non ho capito Dalbert, mi sembra di una timidezza tattica impressionante. Forse il calcio francese ci regala delle splendide meraviglie che qui in Italia si rivelano delle bolle di sapone.
Della Roma che cosa teme?
È una squadra solida, con giocatori che si accendono. Dzeko viene criticato ma è un fior di attaccante, Schick si sbloccherà, Kolarov è atleticamente esuberante. Poi c’è Nainggolan: non so in che condizioni sia ma è meraviglioso». Lei lo lascerebbe partire? «Non so quello che succede a Trigoria, non so se sia giusto criticarlo o meno, ma la carriera dei giocatori ha una lunghezza circoscritta e può servire rimpinguare il portafoglio. Se la Cina offre uno stipendio con una così grande differenza rispetto alla Roma e una cifra importante alla società non vedo perché Radja dovrebbe dire no. Ha quasi 30 anni, la sua forza sta nell’immenso dinamismo. Ma con il passare degli anni questo viene meno, e succede a tutti. Forse Nainggolan non potrà avere a lungo quel dinamismo che ha stupefatto tutti fin qui.
Ma oggi chi vince?
Vallo a sapere. Se ci fosse ancora il mago di Arcella….
