Il piano Fienga? I conti non tornano

Corriere dello Sport (R. Maida) – Agli amici, e a quelli che fa sentire tali, ripete spesso il ritornello del bene collettivo: “Sono stanco, prima o poi me ne andrò. Ma voglio lasciare la Roma in buone acque“. Forse è un promessa, forse una minaccia. Di sicuro, se le parole sono importanti e i fatti di più, Guido Fienga è molto lontano dall’obiettivo. E dovrà stancarsi ancora prima di rinunciare al doppio ruolo di Ceo e amministratore delegato. Eletto sovrano quasi assoluto nel gennaio 2019, non ha cambiato la Roma. L’ha ribaltata a sua immagine e somiglianza. A distanza di un anno e mezzo però, nonostante l’indiscutibile impegno e la ferocia agonistica, non ha ottenuto i risultati sperati. Anzi ha peggiorato la situazione come testimonia il report sulla recente semestrale chiusa a -87 milioni del revisore contabile Deloitte che ha parlato di “dubbi significativi sulla continuità aziendale“.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti