Berdini alla porta. Senza fretta

Il Tempo (F.M.Magliaro) – Nelle redazioni si sta predisponendo il coccodrillo politico di Paolo Berdini, ormai quasi ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici della Giunta Raggi: le possibilità che rimanga ancora a lungo nella compagine governativa romana sono ridotte al lumicino e ci si attrezza per tracciarne il ritratto e tenerlo pronto non appena da Palazzo Senatorio giungerà la notizia della sua sostituzione. Il destino politico di Berdini – uomo forte della Giunta, l’unico con una reale visione della città e l’unico vero tecnico in grado di muoversi in un campo così minato come il Campidoglio e, per di più, sulla materia forse più difficile, complessa e importante come l’Urbanistica – si è, alla fine, intrecciato indissolubilmente con la vicenda dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Alcune ricostruzioni da dietro le quinte indicano proprio nelle difficoltà più recenti incontrate da Berdini nell’imporre il suo punto di vista nelle trattative sul dossier Stadio, la ragione delle dichiarazioni rese a La Stampa. In sostanza, argomentano alcuni consiglieri non fra quelli vicini a Berdini e alle sue posizioni, l’idea è che Berdini stesse perdendo terreno nelle trattative sullo Stadio. Un terreno che aveva guadagnato da metà dicembre a metà gennaio in concomitanza con la deflagrazione dei casi Muraro, Marra e Romeo, con l’interrogatorio del sindaco, gli avvisi di garanzia e la vicenda polizze. Insomma, con la Raggi indebolita e occupata da altro, Berdini aveva preso piede e, infatti, in quel periodo inizia l’escalation di dichiarazioni sempre più forti e incisive. Al momento in cui, però, la Raggi ha ripreso più controllo, le quotazioni del titolare dell’Urbanistica sono scese di nuovo. L’ultimo audio diffuso da La Stampa, secondo queste voci, testimonierebbe il tentativo di Berdini di creare nuove difficoltà al sindaco, tanto che, in queste ore, la maggioranza capitolina chiede un momento di riflessione soprattutto di fronte all’ennesima bugia dell’assessore smascherata stavolta da una nota del VII Municipio. «Nessun assessore municipale ha presentato a Berdini il giornalista che gli avrebbe strappato le dichiarazioni durante l’evento del 3 febbraio scorso organizzato da M5s» dichiara il minisindaco Paolo Pace.

Il problema resta però. Ed è quello evidenziato ieri a chiare lettere da Luigi Di Maio, ospite di Lucia Annunziata a «In mezz’ora» su Rai Tre: «Il tema dello stadio della Roma -ha detto il vicepresidente della Camera -va affrontato con un assessorato in piedi». E mentre dopo Salvatore Romeo, sarà il turno di Raffaele Marra – indagato in concorso con il sindaco per abuso d’ ufficio – ad essere interrogato dai magistrati, agli inizi della prossima settimana, proseguono, senza riscuotere molto successo, i tentativi di casting fra esponenti del mondo dell’Architettura, dell’Urbanistica e dell’Ingegneria, soprattutto fra gli accademici, per trovare un nuovo titolare per l’Assessorato di via del Turismo all’Eur. Dopo la pubblicazione del colloquio di Berdini con La Stampa, la prima smentita e la diffusione del primo audio, la Raggi aveva respinto le dimissioni di Berdini «con riserva». Una riserva non ancora sciolta e che, secondo Di Maio, il sindaco intende risolvere al più presto. La decisione definitiva, però, sconta quello stillicidio già patito dalla Raggi e dalla sua Giunta quando si dimise l’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, e servì un mese per trovare il sostituto, passando per la nomina del magistrato Raffaele De Dominicis, durata 24 ore. Per oggi è prevista una riunione di maggioranza per discutere sul futuro dell’assessore. Si affaccia l’ipotesi che il sindaco possa assumere temporaneamente le deleghe. Una ipotesi residuale: il dossier Stadio e la sua urgenza non depongono a favore di questa soluzione.

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