Berardi, quel lungo giallo tra un gol e l’altro

Corriere dello Sport – La storia di Domenico Berardi ha qualcosa di letterario ed enigmatico. Da due anni è definito il futuro del calcio, è il giocatore con maggior talento e colpi da maestro, ma è andato incontro nell’ultima stagione forse al suo momento più buio, da cui – va detto – è uscito alla grande. Seppure molti, a un certo punto, avevano cominciato a nutrire qualche dubbio. Tutto è cominciato alla seconda giornata di campionato, nella sfida con il Pescara.

LO STOP – Siamo al 28 agosto 2016: il Sassuolo domina, l’attaccante segna il gol del raddoppio con un tiro al volo, una delle sue specialità, ma dopo appena un quarto d’ora, a sette minuti dalla ­fine, Berardi deve lasciare il campo. All’inizio si parla solo di una brutta contusione, massimo due settimane di stop. Non è così. Berardi resterà fuori dai campi per quattro mesi e mezzo, perdendo il cuore della stagione del Sassuolo, compresa l’avventura in Europa League che finisce subito. I bollettini medici parlano di contusione al ginocchio senza lesioni all’articolazione, ma da quel momento si inanellano una serie di ritardi, che portano il giocatore a in­filarsi in un tunnel. Le voci si inseguono: stiramento al legamento collaterale del ginocchio sinistro. Tempi di recupero? Un mese, forse due. Chissà. A ­fine ottobre, Di Francesco ammette: «Quando tornerà Domenico? Allargo le braccia, sono disperato, non lo so». A gennaio, in Torino-Sassuolo, Berardi entra nel ­ finale. Da quel momento l’attaccante ritrova continuità, ventuno presenze in tutto, solo quattro gol, ma giocate di classe. A Roma potrebbe essere la grande occasione. Se sta bene, è uno che fa sognare.

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