Benitez: “Ringrazio il Presidente, la società e tutti i tifosi perché dopo due anni finisce la mia esperienza qui a Napoli. Voglio vincere con la Lazio”

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Rafa Benitez dice addio al Napoli. Il tecnicno spagnolo ha annunciato la sua separazione dal club partenopeo in conferenza stampa, queste le sue parole: “Come tutti sapete, io avevo due anni di contratto, finisce dopo la gara con la Lazio e ringrazio il presidente, la città e tutti per quanto avete fatto per me. Il mio ciclo finisce, voglio finirlo bene, vincendo la prossima partita lasciando il Napoli al livello che può stare. E’ una conferenza stampa d’addio, ma voglio farlo vincendo qualificando la squadra alla Champions. E’ sempre triste lasciare un posto dove tutti ti trattano molto bene, ti fanno sentire coinvolto. Due anni lontano dalla mia famiglia non è facile, lui conosce la mia famiglia, ed Aurelio ha capito che doveva guardare avanti ed io ho provato a finire bene. La famiglia è la chiave, poi sul progetto io conosco il financial fair play e so dove può arrivare, il presidente ha fatto uno sforzo e la crescita della società è stata buona“.

In due anni si aspettava di più?
Tutti sappiamo la forza della Juve, l’abbiamo vista in Champions, ma abbiamo vinto due trofei ed uno contro di loro che vale tanto. E’ difficile mantenere ritmo contro un club del genere, magari la partita qui vinta col fuorigioco poteva avvicinarci, poi questi episodi cambiano le stagioni. La squadra è cresciuta, abbiamo fatto due semifinali e siamo usciti con due gol irregolari. Al di là del risultato, siamo cresciuti e poi gli errori ci sono e fanno parte del calcio. Ora vogliamo vincere con la Lazio e provare a fare il record di gol.

Mister, in Italia si continua a dire che non è adatto al calcio italiano…
Abbiamo vinto due titoli, qui dicono questo, in Spagna invece dicono che sono difensivo. Io credo essere adatto al calcio, poi ogni campionato è diverso ma mi adatto facilmente.

Queste invece le dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis:”Ringrazio Rafa che ho voluto fortemente due anni fa. Mi conquistò subito per questo suo senso di internazionalizzazione che avrebbe potuto dare al nostro Napoli. Qui ci sono sempre stati giocatori stranieri, avere anche un tecnico straniero per valorizzarli mi sembrava una garanzia ed in effetti così è stato. Ho letto informazioni sbagliate, due anni fa facemmo un contratto di un anno più opzione, ovvero un diritto da esercitare entro una certa data. Fare i contratti pluriennali, per poi trovare un’uscita, è sempre antipatico. Quando esercitai l’opzione, Rafa mi fece capire che non poteva che essere l’ultimo anno, considerando che moglie e figlie lo reclamavano più vicine. Anche con Mazzarri ci provai, ma già mi ero mosso molti mesi prima, fa parte del gioco. Così come il vostro gioco è di smantellare, ma la tifoseria può prendere fischi per fiaschi“.

Per la panchina cerca ancora un profilo internazionale?
Il prestigio è qualcosa che abbiamo dentro, non è un problema di nazionalità ma di cultura e mentalità, di diventare napoletani in breve tempo. E’ una condizione dello spirito essere napoletano, noi siamo un club forte ed in espansione e siamo felici di aver avuto Benitez, lo spagnolo che dominò a Napoli come gli spagnoli a Napoli. Eravamo il regno più potente d’Italia prima che quel paraculo di Camillo Benso conte di Cavour si fottesse tutto…

Bigon andrà via?
Dopo sei anni a Napoli vuole respirare un po’ d’aria del nord. Non potevo dirgli di restare assolutamente, l’ho ringraziato per quanto fatto e gli ho augurato un futuro radioso.

Bisogna rifondare?
No, direi continuare a seminare per internazionalizzare il Napoli. Non lo si fa vincendo sempre lo scudetto, ed ho già sbagliato perchè abbracciando il mio ruolo di tifoso parlai di scudetto sbilanciandomi, disattendendo poi le promesse. Noi siamo gli unici per sei anni consecutivi in Europa, è un dato importante. Noi fatturiamo un terzo della Juve, un terzo del Borussia e del Milan e non puoi pagare 8mln un giocatore a stagione. Quest’anno perderò una ventina di milioni, quindi significa che non ci siamo tirati indietro. I 31 maggio presenterò in Comune il progetto per lo stadio, fatto con i soldi miei e che sarà realizzato in 16-18 mesi giocandoci dentro mentre lavorano, quindi ancora più complicato e di impostazioni importanti ne stiamo facendo tante. Vogliamo creare anche una vera cantera con una ventina di ettari per un centro solo per la cantera sul modello dei più grandi club europei. Io col fallimento non ho ereditato nulla e dopo dieci anni è il momento di costruire anche sotto questo punto di vista, nonostante amministrazioni che non ci hanno aiutato. In Inghilterra o Germania forse avrei vinto qualcosa in più. Eravamo al 46esimo posto del ranking uefa, ora siamo al 20esimo, davanti a squadre come Siviglia che ha vinto ieri, Roma, Tottenham e nell’IFFHS siamo settimi. Non ve lo dimenticate, considerando che abbiamo lavorato su un terreno difficile, essendo l’unica italiana a vincere due trofei al di là della Juventus. Vedo alcuni giornalisti, di stampa juventino, che non afferrano. A Napoli i bambini giocavano con la maglia di Inter, Milan e Juve, ed anche i giornalisti non tifavano per il Napoli e non ci hanno mai supportato, anzi ci remano contro.

Sapremo presto chi sarà il nuovo allenatore?
Credo presto… ma lasciatemi lavorare. Per evitare il disgustoso toto-allenatore e non fa bene neanche a voi, la prossima settimana racconterò dei miei prossimi quattro film e dopo questo giro farò con voi due cene a settimana, riapro i miei rapporti con i media. Sarò un libro aperto.

 

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