Abel Balbo: “Lotta al virus, Italia esempio per il mondo”

Abel Balbo, ex giocatore della Roma, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Tra i tanti tempi trattati anche l’emergenza Coronavirus. Ecco le sue parole:

Balbo, da padre di famiglia hai paura del Coronavirus?

Ne ho. Non tanto per me quanto per mio figlio Nicolas, che lavora in Svezia e non può rientrare. Li tutto procede normalmente come se niente fosse. Io non capisco, credo che stiano sottovalutando il problema.

Da italiano d’adozione, come giudichi il comportamento degli italiani?

Esemplare, a parte qualche eccezione perché gli stupidi ci sono sempre. Gli italiani sono sempre tacciati di pressapochismo, superficialità. Invece da questa storia stanno insegnando molto a chi da lezioni di comportamento. Si sono dimostrati un popolo serio e responsabile.

E’ ottimista sulla ripresa del campionato?

Eh bella domanda. Spero solo che non si falsino le regole: la Serie A deve essere giocata per intero, a costo di chiudere a dicembre. Niente playoff, niente congelamento della classifica. Qui ognuno tira l’acqua al suo mulino.

L’anno prossimo però c’è l’Europeo.

Si troverà una formula per accorciare la prossima stagione. Non è professionale alterare in corsa un torneo costruito per avere una certa durata.

La Roma, la sua Roma, si sta impegnando nella solidarietà. L’hanno coinvolta?

No ma non mi sorprende: non uso i social, devo essermi perso qualche passaggio. Sono vecchio per queste cose, preferisco i rapporti reali.

Che prospettive ha la Roma?

Dipende dal signor Friedkin credo. Non so a che punto sia la trattativa. Con questa stagione ormai è chiaro: si punta al quarto posto e non a vincere.

Adesso Dzeko l’ha superata nella classifica marcatori hall time della Roma…

Con lui il numero 9 è sulle spalle giuste dai. E’ un grande centravanti. Però permettetemi un’osservazione: adesso le regole facilitano gli attaccanti, appena ti toccano è fallo, e poi non ci sono più i difensori di una volta. Con tutto il rispetto e senza nulla togliere a Dzeko, io prendevo tanti calci che nessuno vedeva. E mi mancano Vierchowod, Nesta, Thuram, Cannavaro…

Se la Lazio vince lo scudetto?

Dobbiamo essere sportivi e accettarlo. Ma non lo vince.

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