Babù e l’intrigo Gervinho: per la serie, a volte ritornano…

Roma_Gervinho

Ai più il nome di Anderson Rodney De Oliveira, in arte Babù, non dirà molto.Meteora del calcio italiano, con 17 presenze e 3 reti in Serie A con il Lecce di Zeman nel 2004 e il Catania, è in realtà stato un giocatore chiave per l’acquisto di Gervinho da parte della Roma.

 

Inizio agosto. La Roma sta cercando di completare la squadra con un tassello importante, l’attaccante ivoriano dell’Arsenal Gervinho che è stato espressamente richiesto da Rudi Garcia. C’è però un problema, la Roma deve prima liberare un posto da extracomunitario per poter completare il trasferimento. Si cerca allora la lista di giocatori svincolati extracomunitari da poter tesserare e poi cedere subito in maniera tale da aggirare il sistema di blocco imposto. Ecco che si trova il giocatore perfetto, Babù. Ironia del caso fu un pupillo di Zeman una decina d’anni fa tra Salerno e Lecce, proprio lui verrà tesserato il 6 agosto per poi essere ceduto due giorni dopo ai portoghesi dell’Alcanenense. Poche ore dopo arriverà l’ufficialità dell’acquisto di Gervinho.

 

Ora però per Babù l’avventura nella Serie B portoghese è già giunta al capolinea e il giocatore ha fatto ritorno in Italia firmando con la Maccarese Giada, squadra di Serie D. Qui riportiamo le parole del calciatore dopo la prima partita con la nuova squadra, vinta per 3-1 contro il Mole Marino:

 

A Maccarese sono arrivato per la conoscenza con il direttore generale Di Santo. Mi ha presentato un buon progetto. Abbiamo vinto la prima partita per 3-1. Per favore parliamo di questo. Arrivai in Italia grazie a Cafu. Organizzò un’amichevole con qualche ragazzo brasiliano legato al suo stesso procuratore. Un giorno venne Zeman a vedermi e mi volle a SalernoDopo Salerno ho girato l’Italia. Con tanti infortuni che mi hanno frenato. Ho seguito Zeman a Lecce, ho segnato anche sei gol, poi mi sono rotto i legamenti crociati del ginocchio e sono stato fermo un anno. In serie A ho giocato a Lecce e due partite a Catania.

 

Perché la Roma? Volevo fare un’esperienza e mi è stata offerta questa opportunità. L’ultima esperienza a Pagani è stata breve. L’allenatore Grassadonia mi ha voluto per giocare con il 4-3-3, poi è passato al 3-5-2 e io con quel modulo non posso mai giocare. Il tecnico ha fatto delle scelte. Così me ne sono andato, andare alla Roma mi ha dato una possibilità. Quella di provare all’estero. Sono comunque riconoscente alla Roma. Quella soluzione era giusta per me e per loro. Purtroppo non è andata come speravo,l’esperienza portoghese è stata breve, però ringrazio lo stesso la Roma.

 

L’allenatore che mi ha imposto in Italia è stato Zeman. Mi ha scelto e mi ha insegnato tantissimo. Ora mi devo adattare alla categoria, spero di dare una mano alla Maccarese Giada. C’è una grande differenza con i professionisti. Sono un attaccante esterno, veloce. Qualche gol l’ho fatto nella mia carriera. Con l’Atletico Roma ho perso gli spareggi per salire in B con la Juve Stabia. Faccio 33 anni a dicembre, posso giocare qualche anno, se il fisico me lo permette. Ma per continuare mi devo divertire, altrimenti è pesante. Non mi piace prendere il calcio come un lavoro vero e proprio. Faccio un gran tifo per i miei amici brasiliani. Sono diventato della Roma per Cafu.

 

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