Il Corriere della Sera – Il tavolo sembra saltare a sera, dopo la pubblicazione dell’audio della Stampa . Troppo pesanti le parole di Paolo Berdini: intollerabili per la giunta romana, insopportabili le allusioni personali per la sindaca Virginia Raggi. Eppure resta in piedi, con frenetiche trattative nella notte, la soluzione tampone immaginata nel pomeriggio: le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica «respinte con riserva», «congelate». Tutto comincia con un articolo di Federico Capurso pubblicato ieri dalla Stampa . Berdini confida al cronista che quella di Roma è «una situazione esplosiva». La Raggi, dice, è «impreparata strutturalmente», era «amante di Salvatore Romeo» e si è messa intorno una «corte dei miracoli», «una banda». Anzi, «una banda di assassini», chiarisce Capurso a Un giorno da pecora . Parole che aggravano un duro conflitto politico già in atto, con Berdini che frena sull’ipotesi di un nuovo stadio e la giunta che sembra più favorevole. L’assessore prova a rimediare di prima mattina: «Smentisco di aver mai conosciuto questo ragazzo che si è avvicinato a un gruppo di amici che parlano». Seguono insulti contro «questo mascalzone», questo «piccolo delinquente».
Nel pomeriggio è programmato un convegno con la Raggi e alcuni sindaci. Alcuni minuti prima arriva il comunicato della sindaca: «Ho incontrato l’assessore chiedendogli chiarimenti. Si è scusato ed ha rimesso nelle mie mani le deleghe. Ho respinto le sue dimissioni con riserva». Al convegno rincara la dose: «Berdini si è presentato con la cenere in capo e i ceci sotto le ginocchia. Era mortificato, ora ci confronteremo nel merito». Al convegno del pomeriggio interviene Luigi Di Maio, che ha appena consegnato una «lista nera» di cronisti, accusati di «denigrare» il Movimento. Il vicepresidente della Camera spiega che la locuzione «classe dirigente» deve essere abolita: «Noi siamo pronti a governare. E il nostro primo atto sarà un decreto da 17 miliardi per il reddito di cittadinanza». Sul blog, intanto, Beppe Grillo reitera l’attacco alla stampa, «che si crede una casta intoccabile». A sera arriva la registrazione della Stampa, che inchioda Berdini. Alla fine dell’intervista, al giornalista chiede anche: «Sei un precario?».