Il Romanista – Roma Roma Roma

Tifosi_Roma

Ventuno punti e un modo soltanto per dirti ti amo. E il sorriso di Dio negli occhi di Totti che guardano il settore dove stanno i tifosi della Roma. Il passaggio dalla terra al cielo in quello sguardo al terzo anello. E in quel passaggio per il terzo gol il capovolgimento di tutto: stavi al mare e ti ha mandato in montagna, stavi al 26 maggio e oggi lo benedici (riconsegnassero la coppa, per loro è meglio) in un attimo quel pallone è diventato un’altra cosa: lo ha accudito come un ragazzino, lo ha portato a sé, gli ha cantato la ninna nanna, lo ha girato con cura per fargli fare il ruttino e poi lo ha fatto diventare un raggio di sole, in un rigurgito di luce gli ha detto vai illumina la Terra, vai fai germogliare un fiore. Fai felici i tifosi della Roma. Abitano il cielo qui su al terzo anello, dopo questo tre a zero. La regola del tre e quella della trinità, la tabellina dei sogni, la matematica del gesto perfetto dell’uomo che ha fatto ammonire Jesus e non è una bestemmia: il vangelo del terzo millennio e un referto arbitrale. Francesco Totti santo nazionale. E Gervinho è il suo profeta.

 

Gervinho, un altro capovolgimento di fronte: l’uomo che finalmente ha dimostrato che l’Africa è il calcio del futuro – son trent’anni che si dice ’sta cosa – ora l’Africa ha il suo Messia. Gervinho buma ye, buma ye tutti. E se qualcuno sopravvive è peggio per lui, perché rischia di passare sotto al treno merci Strootman, un aratro coi denti da squalo, che sbava chilometri, e nel frattempo s’è caricato pure qualche altro bastimento; mentre De Sanctis con la tessera del Fight Club che gli casca dai pantaloncini tranquillizza tutti: “non è successo niente”. Ed è vero, non è successo niente, tranne che questo niente ci fa felice oggi, domani e per qualche tempo ancora, per qualche giorno ancora, chissà quanti. Adesso non importa. E il non saperlo fa parte un po’ della felicità.
La ricerca della felicità continua, stiamo vivendo un sogno e la cosa più bella, più grande, più eccezionale di tutti è la sua normalità, perché siamo consapevoli che è così. E proprio perché è così che può continuare. Gustarci la quotidianità del pane, di un passaggio, il pensiero che Mazzarri rosica, che per Massimo Moratti è stato l’ultimo Inter-Roma come presidente: cose che aiutano a credere alla giustizia terrena, visto che a Dio da ieri ci crediamo un po’ tutti. Ha fatto ammonire Jesus e ha rimesso il Duomo al centro del suo mondo. E ce ne sarebbero altri appunti di questa notte santa, romanista, infinita, tanti… Ventuno punti e un modo soltanto per dirti ti amo. Questo: “Roma Roma Roma core de sta città unico grande amore de tanta e tanta gente che hai fatto innamora’”.

 

Il Romanista – T.Cagnucci

 

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