Arbitro beccato a fare il tifo celato dal web

La Repubblica (M.Pinci) – Avere un profilo social non immediatamente riconoscibile per gli arbitri è vietato. La procura della Federcalcio lo ha scoperto e oggi – a sorpresa – aprirà un procedimento. Curioso che la Procura e l’Aia, l’associazione degli arbitri, l’abbiano scoperto soltanto quando il signor Giacomelli è diventato il bersaglio dei tifosi laziali. Lo è diventato perché non ha visto un rigore perla Lazio e il Var non gli ha dato una mano. Oggi lo sfottò tra tifosi esce dai bar e arriva sul tavolo della Procura federale.

A far scattare il procedimento non l’immagine di Totti postata sul profilo. Né la pubblicità al suo locale, bombardato da recensioni negative su Tripadvisor (false, ovviamente) di sostenitori laziali. Ma il solo fatto di avere un profilo “anonimo“. Nemmeno tanto: Jack O’Melly, il nome usato su fb. Che in inglese suona appunto Giacomelli. Ma è vietato: non ai calciatori, non ai presidenti delle squadre. Solo agli arbitri. Ma le sanzioni non toccano tutti: solo quelli che fanno arrabbiare la curva sbagliata.

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