Corriere dello Sport – A. De Rossi “Applauditeci, lo meritiamo”

Al triplice fischio Alberto De Rossi è corso in mezzo al campo a sfogare la sua gioia. Poi si è seduto in panchina, mentre i suoi ragazzi continuavano a festeggiare sotto la tribuna Tevere trasformata per una sera in Curva Sud. Minuti di apparente tranquillità per far scendere l’adrenalina e magari per ripercorrere questi dodici mesi che lo hanno visto prima Campione d’Italia e ieri vincitore di questa Coppa Italia che dalle parti di Trigoria mancava da diciotto anni. E pensare che tutto era iniziato proprio un anno fa, in una serata amara vissuta in un Olimpico tanto simile a quello di ieri sera. La sconfitta contro la Fiorentina nella finale di Coppa Italia da cui erano scaturite energie e rabbia per la cavalcata scudetto, quindi altre due finali secche perse in Supercoppa (…) e poi al Viareggio contro la Juventus di Baroni. Ieri la degna conclusione (almeno per il momento) di un ciclo vincente e unico, con un successo che lo stesso De Rossi dedica ai suoi ragazzi perché “ci stanno dando soddisfazioni enormi che vanno al di là di ogni previsione”.

GIOIA – Forse anche per questo la vittoria di ieri sera per Alberto De Rossi ha un sapore speciale: “E’ una gioia immensa soprattutto perché arrivata davanti a un pubblico che per noi è incredibile. Uno stadio così lo vediamo solo la domenica quando guardiamo le partite della prima squadra” . Un sostegno importante che in passato si era rivelato un’arma a doppio taglio, ma non nella serata di ieri: “Ci hanno sostenuto dal primo all’ultimo minuto. Ci hanno trattato come grandi e qualcuno di questi ragazzi sicuramente lo diventerà”.

REAZIONE – Grandi anche nel carattere questi ragazzi che contro la Juventus al Viareggio avevano scritto una delle poche pagine amare della loro stagione. Come dodici mesi fa dalla sconfitta contro la Fiorentina nacque la vittoria dello scudetto, così quest’anno da quella sconfitta è nato il successo in Coppa Italia: “Questo trofeo lo abbiamo vinto nei primi venti minuti della finale del Viareggio. In quel primo tempo abbiamo dato il peggio di noi stessi. Quel primo tempo lo abbiamo rivisto tante volte e da lì siamo ripartiti. Non cercavamo rivincite. Volevamo solo ripartire come sappiamo”. (…) “Questi ragazzi nell’ultimo anno hanno fatto cose incredibili. Li ho visti fare prestazioni straordinarie per intensità e per livello tecnico. Oggi siamo stati quelli che siamo stati per tutto l’anno: una squadra compatta, con Viviani ritornato ai suoi livelli e un reparto difensivo strepitoso in tutti i suoi uomini: Sabelli che è stato uno dei migliori in campo e che veniva da un periodo non facile, ma anche Orchi e Barba. Questa sera è giusto sottolineare la loro prestazione”.

CAPITANO – Ad alzare la Coppa Italia dopo 18 anni è stato Federico Viviani, (…), nonostante ormai da mesi graviti in pianta stabile nell’orbita della prima squadra. Viviani ha alzato la coppa a 18 anni di distanza dall’ultimo successo romanista e allora in campo c’era un certo Francesco Totti: “Questo per me è un grande onore. Così come è un onore avere la possibilità tutti i giorni di allenarmi con un fuoriclasse come lui”. Una possibilità che gli ha regalato Luis Enrique: “Ha puntato su di me fin dall’inizio della stagione e mi ha dato fiducia. Non smetterò mai di ringraziarlo per questo e per i consigli che mi dà tutti i giorni in allenamento. E’ un onore potermi allenare e cercare di trovare spazio con la maglia della Roma. Lo so bene e per questo cercherò di dare sempre il massimo per questa maglia”.

Corriere dello Sport – Riccardo Loria / Infopress

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