Il Messaggero (S. Carina) – A 10 giorni dall’inizio del campionato, la Roma è l’unica società in serie A a non aver ancora investito un euro sul cartellino di un calciatore. Una situazione anomala che soltanto in parte si può spiegare con i rigidi paletti del Fpp finanziario. Perché ora i soldi ci sono ma le difficoltà restano. Qualcosa entro fine mese sarà comunque fatto.
È inevitabile, dopo la cessione di Ibañez al Al Ahli ma come ha ricordato Mourinho in una recente intervista al Corriere dello Sport, “anche arrivasse Mbappé saremmo in ritardo”. E soprattutto le scelte del club – tolto l’investimento per il giovane talento Marcos Leonardo che nelle ultime ore si è complicato maledettamente – sembrano al ribasso. Si è partiti mettendo nel mirino Scamacca, per poi cullare – su indicazione del tecnico – il sogno Morata.
Una volta che ci si è resi conto dell’impossibilità dell’operazione, a Trigoria hanno virato su Arnautovic. Accordo con l’austriaco, meno con il Bologna che infastidito dall’intesa raggiunta tra il fratello del centravanti e il club giallorosso, ha detto no ai 3 milioni offerti da Pinto che ora si ritrova a trattare Zapata. Situazione singolare quella nella quale si trova il gm: prima, senza liquidità, doveva provare a chiudere operazioni con il minimo esborso. Ora, che la liquidità c’è, tutti i club alzano la posta.
Zapata in questo momento rappresenta la terza, se non la quarta scelta del mercato giallorosso. Calciatore che se integro a livello fisico sarebbe nella top 3 dei centravanti della serie A. Il problema è proprio lì: nelle ultime due stagioni (fonte Transfermarkt.it) è rimasto ai box per 231 giorni, corrispondenti a 27 gare in A (38 complessive). Ad affliggerlo sono soprattutto gli adduttori che lo hanno portato, nel febbraio del 2022, a volare in Finlandia dal luminare Orava (lo stesso che ha operato Cristante).
Il timore del distacco del tendine del muscolo, portò il professore a decidere per la terapia conservativa, anziché per l’intervento chirurgico. Il problema si è però ripresentato nella scorsa stagione: appena 16 gare come titolare in serie A (25 presenze e 1393 minuti racimolati: media 55 minuti). Per questo motivo la Roma sta cercando di portare avanti un investimento certamente a rischio, ma riducendo il più possibile le controindicazioni. Nella richiesta di prestito con riscatto, l’obbligo è legato ad almeno il 50% delle presenze in stagione (di almeno un tempo). Che considerando le 55 gare disputate dalla Roma negli ultimi due anni, vorrebbe dire raggiungere bene o male la soglia dei 2475 minuti, cosa che al colombiano non riesce dalla stagione 2020-21.