Il paradosso di Niang: prima giù la maschera, adesso la mascherina

La Gazzetta dello Sport (F.Turco) – Si è fermato M’Baye Niang. L’attaccante senegalese, nella prima seduta settimanale di ieri mattina, ha rimediato una contusione al naso. Il consulto immediato ha evidenziato una rottura delle ossa nasali e stamattina l’ex rossonero verrà operato dal professor Libero Tubino per la riduzione della frattura presso l’ospedale di Chivasso. Da domani, Niang potrebbe già tornare ad allenarsi con il resto della squadra, ma con l’ausilio di una mascherina protettiva. Poi, in vista dell’anticipo di venerdì sera a Roma, non è affatto escluso che l’attaccante venga convocato: all’Olimpico potrebbe essere utilizzato con una protezione analoga a quella utilizzata da De Silvestri dopo l’incidente al naso subito nel finale di gara di Marassi contro la Samp. Già, perché le botte al naso stanno diventando una consuetudine, in casa granata: anche se, a ben vedere, la situazione di Niang è meno complicata rispetto a quella del compagno che a Genova, in uno scontro fortuito con Quagliarella, aveva accusato al setto nasale una frattura scomposta.

PARADOSSO – La fermata ai box di ieri penalizza l’ex rossonero proprio nel momento migliore della sua stagione. Niang, infatti, aveva iniziato a rispondere presente a molte delle sollecitazioni di Walter Mazzarri, e non soltanto con i gol. Sotto rete, infatti, il senegalese aveva colpito, una dopo l’altra, prima il Bologna e poi il Benevento. Quindi, nell’ultima uscita al Bentegodi, aveva timbrato il cartellino pure contro Nicolas e il Verona, anche se la doppietta di Valoti aveva ridimensionato il peso specifico del gol siglato dal bomber granata. Gol a parte, Niang da quando c’è Mazzarri ha iniziato ad aumentare i giri del proprio motore: il che è curioso se si considerano le difficoltà che M’Baye aveva evidenziato in avvio di stagione, quando in panchina c’era il suo mentore Mihajlovic, l’uomo che lo aveva voluto al Toro a tutti i costi. Eppure, nei mesi di coabitazione, fra attaccante africano e allenatore serbo il feeling era scattato soltanto a singhiozzo: qualche bella prestazione, quell’unico gol realizzato al Verona un girone fa, nella partita di andata che costò l’infortunio a Belotti, ma anche tante, troppe pause.

LE DUE FASI – Poi, da gennaio in avanti, la svolta: merito di Mazzarri che non ha mai smesso di stimolarlo per indurlo a tirar fuori il massimo delle proprie potenzialità. E così, pian piano, le risposte dell’attaccante ex Genoa hanno iniziato ad arrivare. E che la crescita sia reale lo testimonia anche l’atteggiamento degli avversari che, una partita dopo l’altra, stanno dedicandogli sempre più raddoppi non appena entra in possesso di palla. Il suo, in verità, è stato uno sbocciare progressivo: a partire da alcune splendide accelerazioni cui poi, passo dopo passo, Niang ha aggiunto anche l’applicazione e la concentrazione che pretende l’allenatore. Mazzarri esige infatti che si dedichi allo stesso modo alla fase difensiva e offensiva. Le risposte adesso arrivano con continuità e il risultato è nei numeri: da quando il tecnico di San Vincenzo è arrivato al Toro, Niang ha giocato titolare tutte le partite con una sola eccezione, il derby contro la Juve. Eppure, anche contro i bianconeri, il senegalese ha saputo ritagliarsi uno spazio importante incanalandosi alla perfezione nella direzione indicata da Mazzarri: giocando con intensità gli ultimi 35’ di partita: senza fare sfracelli, ma cercando di dare la scossa e di scardinare la difesa campione d’Italia con le sue folate sulla sinistra.

MASCHERINA – Da domani, nonostante la mascherina protettiva post-intervento chirurgico al naso, Niang non potrà più permettersi di sbandare e di smarrire la strada maestra. Adesso si tratta di ripetere le buone prestazioni degli ultimi tempi e anche di perfezionare ulteriormente quei sincronismi sottoporta che, un gol dopo l’altro, lo stanno trasformando in un bomber di razza. Lo pretende il Toro, che ha avuto la pazienza di aspettarlo nei momenti difficili di un autunno altalenante.

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