4-3-3, 4-2-3-1, difesa a tre e 4-4-2: i mille volti di una Roma che non trova identità

Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Mille volti di uno stesso problema. Un problema chiamato Roma. Rosa costruita la scorsa estate senza un chiaro e distinguibile indirizzo tattico alla base. Una squadra pensata da Eusebio Di Francesco in un modo, elaborata da Monchi seguendo altri parametri, non sempre chiarissimi a dir la verità. Ed è nata così la stagione degli equivoci, delle incomprensioni, degli esperimenti costanti che proseguono incessanti. Da agosto. E ormai quasi alla fine del cammino, non si ha ancora un undici base, un modulo chiaro, uno schema fisso, un riferimento certo. Il Napoli gioca 4-4-2, il Milan 4-3-3, l’Inter 4-2-3-1, la Lazio 3-5-2, l’Atalanta 3-4-3. Solo la Juventus, con quei fenomeni e quelle granitiche certezze che si ritrova, può permettersi di cambiare di continuo senza alterare il livello dei risultati. E la Roma? Un’ipotesi di squadra. Che con Claudio Ranieri, a fine marzo, è ancora alla ricerca di un’identità per provare, nelle ultime 10 giornate di campionato, ad agganciare disperatamente un 4° posto che varrebbe oro.

Il progetto estivo difranceschiano, lo sappiamo fin troppo bene, si basava sul 4-3-3. Già. Ma una volta avuti a disposizione determinati interpreti, è stato molto difficile applicarlo. Sin dall’inizio, a Torino, fu già un “quasi” 4-2-3-1, con De Rossi e Strootman spesso più schiacciati e Pastore avanzato a supporto di Dzeko. Con Atalanta e Chievo, in casa, l’esperimento del doppio interno Cristante-Pellegrini si dimostrò un mezzo disastro. Tanto che nell’intervallo del match contro i bergamaschi (risultato parziale 1-3), Difra per recuperare fu costretto a inserire Nzonzi e Kluivert, passando di nuovo al modulo col doppio mediano e il trequartista (Pastore, tolto dalla posizione di esterno sinistro alto). Contro Real Madrid (0-3) e Bologna (0-2) altro flop del 4-3-3, con Nzonzi mezzala (…) in crisi evidente al Bernabeu. Poi un lungo periodo di stop, con priorità data decisamente al 4-2-3-1, e modulo “classico” riproposto solo dopo il 7-1 di Firenze di fine gennaio, nelle sfide con Milan all’Olimpico, Chievo in trasferta, Porto in casa e Bologna, sempre tra le mura amiche. Tre vittorie e un pari. E l’aggiunta di un elemento, Zaniolo, più funzionale per caratteristiche a rendere equilibrato il 4-3-3, anche grazie al suo senso del sacrificio, alla fisicità e al dinamismo. Risorse che hanno consentito alla Roma di avere più forza ed efficacia in fase di non possesso. E se un eventuale tecnico del futuro (Sarri?) dovesse ripartire proprio dal 4-3-3, l’ipotesi Zaniolo titolarissimo nel ruolo di mezzala sarebbe, almeno in partenza, una certezza pressoché inscalfibile.

Difesa a tre. Un trionfo a metà, lo scorso anno. Idea geniale nel 3-0 al Barça, serata storica. Un flop clamoroso a Liverpool, 2-5 e il sogno di una clamorosa finale di Champions già cestinato, di fatto, nel match d’andata. Anche quest’anno mister Di Francesco, di tanto in tanto, ha provato a rilanciare l’idea dei tre dietro, con effetti pessimi. La brutta Roma di Milano, terza giornata, si presentò con Fazio, Manolas e Marcano; una mediana con De Rossi-Nzonzi in mezzo e Karsdorp-Kolarov laterali e infine un trequartista (Pastore) a supporto di due punte, Dzeko e Schick. Risultato? Zero cambio di passo, manovra statica e squadra sconfitta sul campo dai rossoneri. Contro il Genoa, metà dicembre, partita della vita per salvare la panchina: a sorpresa, Di Francesco scelse il 3-4-3. Puro. Dietro Jesus con Fazio e Manolas. Davanti Under e Kluivert in appoggio a Zaniolo falso nove. Sfida drammatica, vinta per miracolo. Poi il sostanziale 5-3-2 del 22 dicembre, scialbo come un pandoro senza zucchero a velo, contro la Juventus. Gara difensiva, comunque persa nonostante un buon finale. Troppo isolati Under e Schick là davanti. Dulcis in fundo, per modo di dire, il 3-4-3 (o 3-4-2-1) del Do Dragao, con il Porto. Manolas, Jesus centrale e l’ex Marcano sul centro-sinistra. Altra impostazione sostanzialmente difensiva, per tentare di proteggere (…) il 2-1 dell’andata. Altra prestazione da cancellare, al netto di errori arbitrali che avrebbero potuto consentire alla Roma di passare il turno.

Infine, eccoci al modulo più utilizzato in stagione. Il 4-2-3-1. Un’idea di Di Francesco, quasi doverosa dopo il primo mese e mezzo negativo, contraddistinto dalla mancanza di gioco e risultati. Una scelta adottata per premiare ed esaltare le caratteristiche del “colpo” estivo, Javier Pastore, proposto per la prima volta dal 1’ alle spalle del centravanti (sprazzi di Torino a parte) nel match vinto per 4-0 contro il Frosinone, datato 26 settembre. Scelta definitiva? Sì, poiché confermata anche nella gara successiva, il derby. Con la grande sorpresa: fuori Pastore a gara in corso per infortunio, dentro al posto del Flaco non Cristante (che pure a Bergamo di partite da trequartista ne aveva giocate parecchie) ma Lorenzo Pellegrini, fin lì mai utilizzato da Di Francesco tra le linee. Risultato? Eccellente. Oltre al gol di tacco del 7, la Roma iniziò un percorso di risalita, con giocatori rinfrancati e apparentemente rassicurati dal cambio di modulo. E un Pellegrini in grande ascesa, pienamente a suo agio nella nuova posizione. Divertito, divertente ed efficace. Una piccola “magia” che è durata troppo poco. Tra infortuni e rovesci imprevisti, la Roma da fine novembre ha ripreso a stentare. Lorenzo si è infortunato, è esploso Zaniolo, si è rivisto a tratti (ma molto a tratti) anche Pastore. Nonostante l’ulteriore piccola ripresa avvenuta tra fine dicembre e gennaio, il 7-1 di Firenze ha poi convinto Di Francesco a ripristinare il 4-3-3. Con Ranieri, all’esordio contro l’Empoli, s’è rivista un’idea di 4-2-3-1, con Zaniolo in appoggio a Schick. Ma a Ferrara, ennesima novità: il 4-4-2 puro con doppio centravanti e due esterni molto offensivi. Responso del campo? Da dimenticare. Chissà, contro il Napoli, questa Roma in versione Kinder Sorpresa a quale modulo si affiderà per inseguire l’agognata svolta.

MODULI SCELTI DAL 1′ IN STAGIONE
24 volte il 4-2-3-1
9 volte il 4-3-3
4 volte la difesa a 3
1 volta il 4-4-2

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