2014, Roma-Sassuolo 2-2. Quando il genio elimina la sregolatezza, la magica doppietta di Adem Ljajic

Pagine Romaniste (L.Fantoni) – Spesso, quando si parla dei giocatori slavi, si tende a darne una visione simile a quella che danno le professoresse della maggior parte degli alunni: “È bravo ma non si applica“. Boban, Savicevic, Vucinic e potremmo continuare all’infinito. Non fa eccezione Adem Ljajic. Il calciatore serbo arrivò alla Roma dalla Fiorentina con la fama di avere colpi da fuoriclasse ma anche con quella di essere una testa calda. Quel pomeriggio contro il Sassuolo però, il genio eliminò la sregolatezza e l’ex viola riuscì a recuperare da solo una partita che sembrava già persa. Era la seconda stagione con Garcia alla guida. I giallorossi chiusero il campionato al 2° posto ma già si cominciavano a sentire le prime crepe tra l’allenatore e la società. In porta giocava De Sanctis. La difesa a 4 era formata da Florenzi, Manolas, Yanga-Mbiwa e Holebas. I tre di centrocampo erano Pjanic, De Rossi e Strootman. Nel tridente Iturbe e Ljajic erano le due ali con Destro al centro dell’attacco. Il Sassuolo di Di Francesco rispondeva con il consueto 4-3-3 con Consigli tra i pali. Sulle fasce difensive giocavano Vrsaljko e Peluso con Cannavaro e Acerbi al centro. In mezzo al campo agivano Brighi, Missiroli e Taider. Berardi e Sansone assistevano l’unica punta Zaza.

LA PARTITA – Che non sarà una gara semplice si capisce fin da subito. Al 16° De Sanctis riceve un passaggio all’indietro da Yanga-Mbiwa. Il portiere temporeggia troppo e quando rinvia calcia addosso a Zaza che era andato in pressing. Palla incredibilmente in porta e vantaggio del Sassuolo. Passano due minuti e lo stesso attaccante italiano si invola verso l’area, scattando sul filo del fuorigioco, e batte l’estremo difensore giallorosso per la seconda volta. La Roma prova a reagire, senza troppa fortuna, con un tiro di Ljajic parato da Consigli e una traversa di Holebas. Nella ripresa la situazione da grigia si fa nera. De Rossi, ammonito nella prima frazione, perde palla a centrocampo e ferma Berardi con un fallo. Secondo giallo e capitolini in dieci. A questo punto in Ljajic si accende qualcosa. Prima realizza con estrema freddezza il rigore guadagnato da Gervinho e poi si fa trovare pronto su un cross arretrato di Florenzi, mettendo la firma, all’ultimo minuto, sul gol dell’insperato pareggio. Manolas e compagni pareggeranno con i neroverdi anche l’anno successivo per poi conquistare la prima vittoria all’Olimpico solo nella scorsa stagione.

Da un serbo ad un ceco. Non si parla più di Jugoslavia ma la tipologia di giocatore è comunque simile. Schick è arrivato nella capitale come l’acquisto più costoso della storia della Roma. Il talento c’è e si vede, quello che manca è la continuità nei 90 minuti. L’errore contro la Juventus non deve condizionare la sua crescita e sopratutto non deve far piovere su di lui giudizi affrettati. Lo saprà gestire al meglio Di Francesco che ritrova la sua ex squadra dopo 5 anni insieme. Il tecnico abruzzese ha già dimostrato di essere un allenatore “da Roma” ma gli serve ancora qualcosa per consacrarsi definitivamente. Una vittoria contro la società che l’ha cresciuto potrebbe rappresentare un crocevia importante per la stagione anche perché, dopo gli ultimi passi falsi, c’è bisogno di riprendere il cammino.

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