2012, Genoa-Roma 2-4. Quando le idee vengono messe in campo, una delle migliori partite del Zeman 2.0

Pagine Romaniste (L.Fantoni)L’integralismo non è mai, quasi per definizione, un concetto positivo. Può essere religioso, politico e si può applicare anche al calcio. Nessuno meglio di Zdenek Zeman può rappresentare questo tipo di ideologia. 4-3-3 e attacco continuo. Semplice, dannatamente divertente ma spesso inefficace. Se la prima avventura del Boemo sulla panchina della Roma aveva regalato anche alcune gioie, il Zeman 2.0 è stato un vero e proprio disastro. La partita vinta con il Genoa 4-2 però, è stata una delle poche rappresentazioni, perfettamente riuscite, delle idee dell’allenatore. I giallorossi non erano al livello attuale ma erano comunque una buona squadra. In porta c’era ancora Stekelenburg e non Goicoechea. La difesa a 4 era formata da Piris e Balzaretti sulle fasce e Marquinhos e Castan al centro. Il perno basso del centrocampo era Tachtsidis con Florenzi e De Rossi ai suoi lati. In attacco Lamela a destra e Totti a sinistra supportavano Osvaldo. Il grifone di De Canio rispondeva con un 4-4-2 standard con Frey tra pali, Bovo a destra, Moretti a sinistra, Granqvist e Canini centrali. Sulle fasce laterali agivano Jankovic e Antonelli con i due mediani Kucka e Seymour. In attacco Jorquera giocava alla spalle dell’ex Borriello.

LA PARTITA – L’avvio di partita è da film horror. Dopo 7 minuti infatti, Kucka raccoglie una sponda di Borriello e calcia a giro sotto l’incrocio dei pali. Passa poco tempo e il Genoa raddoppia. Jankovic prima prende una traversa in mezza rovesciata poi, complice una difesa della Roma dormiente, sulla respinta ribadisce in porta. Un doppio svantaggio inaspettato per i giallorossi. Al 27° è Totti a riaccendere le speranze. Il capitano si gira in area e incrociando con il destro trafigge Frey. Un minuto prima dell’intervallo è Osvaldo a firmare un pareggio importantissimo. L’italo-argentino raccoglie un cross di Piris e in acrobazia fa 2-2. Nella seconda frazione l’atteggiamento dei capitolini è subito più aggressivo. Al 56° è sempre l’attaccante ex Fiorentina a segnare il 3-2 con un colpo di testa su calcio d’angolo. Lamela e compagni non soffrono troppo e poco prima della fine è proprio il fantasista argentino a chiudere la partita con un sinistro chirurgico all’angolino. Questa vittoria fu solo uno specchietto per le allodole per i tifosi che, dopo qualche match si accorsero delle lacune nel gioco del boemo.

Da un’integralista ad un altro, o almeno così si credeva. Di Francesco, arrivato a Roma nello scetticismo di molti, sta facendo ricredere tutti, dimostrando un’elasticità sia dal punto di vista mentale sia da quello meramente tattico, invidiabile. La sconfitta di Madrid non deve ridimensionare il valore di questa squadra che, anzi, dagli errori può crescere e migliorare. Il tecnico pescarese deve passare un’esame, l’ennesimo, per dimostrare che i giallorossi non sono più quella squadra che si sgretolava quando bisognava vincere ma sono diventati un vero e proprio gruppo. Il Genoa è in cerca di punti salvezza ma Natale è ancora lontano e Nainggolan e compagni non devono concedere regali.

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