1968, Cagliari-Roma 1-2. La prima vittoria in campionato in Sardegna è firmata da Taccola e Jair

Pagine Romaniste (L.Fantoni)Ci sono imprese e imprese. Nel 1968, la vittoria sul campo dell’Unione Sportiva Cagliari (Il nome verrà cambiato solo tre anni dopo), fu un grandissimo successo e salvò la panchina di Oronzo Pugliese. I sardi non giocavano ancora al Sant’Elia ma all’Amsicora, teatro del miracolo del 70’ che in quegli anni rappresentava un po’ quello che oggi l’Allianz Stadium rappresenta per la Juventus, un fortino. Erano due anni che gli isolani non perdevano in casa, eppure quel giorno, ad espugnare la terra del mare e dei Nuraghi, fu la “Rometta” che quell’anno navigava nei bassifondi della classifica. In porta c’era Pizzaballa. La difesa era formata da Losi, Carpenetti, Capelli, Robotti e Pelagalli. I tre di centrocampo erano Scaratti, Taccola ed Enzo, mentre davanti giocavano Cordova e Jair. Nei rossoblu di Scopigno invece, spiccavano giocatori come Boninsegna e un giovane “Rombo di Tuono”, Gigi Riva.

TACCOLA E JAIR – Se questa partita si fosse svolta l’anno successivo, probabilmente il risultato sarebbe stato un altro. Al 12’ infatti, si fa male Cera del Cagliari, ma ancora non era previsto il giocatore di movimento in panchina e i sardi sono costretti quindi a giocare in dieci. Il vantaggio della Roma però, arriva quando le due squadre sono ancora in parità numerica. A segnare è Taccola che di testa devia in rete un cross di Pelagalli. Per uno scherzo del destino, il povero centrocampista scomparve, un anno dopo, proprio negli spogliatoi dell’Amsicora, a causa di un malore. I giallorossi prendono campo ma nella ripresa i sardi rientrano sul terreno di gioco più determinati che mai e riescono ad acciuffare il pareggio al 30’. Boninsegna riceve un passaggio di Dessi e al volo di sinistro (specialità del compagno di reparto Riva) mette il pallone alle spalle di Pizzaballa. L’ago della bilancia del match ora pende dalla parte degli isolani che continuano a spingere cercando la vittoria. I capitolini però, in contropiede, ad un minuto dalla fine, riescono a segnare la rete del definitivo vantaggio grazie al brasiliano Jair, che fino a quel momento aveva segnato solo un gol in stagione.

VINCERE – Da un’impresa riuscita ad una mancata. Era quasi impossibile contro il Liverpool, tutti lo sapevano, eppure non esserci riusciti per non aver segnato un solo gol, incarna tutta l’essenza del romanismo. La speranza è che sia un punto d’inizio e non d’arrivo. Per far cominciare questa nuova era però, bisogna vincere a Cagliari. Per entrare in Champions League bastano sei punti in tre partite e, con la sfida con la Juventus alle porte (fattibile ma oggettivamente la più difficile) è fondamentale conquistare queste due vittorie nelle partite contro Cagliari e Sassuolo. Si deve vincere per sognare ancora di poter arrivare in finale di Champions, per dare continuità ad un progetto che, forse con un paio d’anni di ritardo, si sta dimostrando quello giusto, bisogna vincere per dimostrare che la Roma una sua dimensione l’ha raggiunta, ed è quella di una grande squadra.

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