1250 gol contro Juve e Roma

Corriere dello Sport (A.Polverosi) – A segnarli ci hanno messo quasi due carriere, a contarli ci mettiamo comunque tanto. Sono 1.250 gol che si abbattono sulla testa di Juventus e Roma, un Niagara di reti, Ronaldo ne ha fatti 647, Messi una quarantina in meno, 603. Ce li troveremo di fronte nei quarti di finale di Champions e se Chiellini e Fazio impediranno ai due fenomeni di migliorare quella cifra mostruosa, per Juve e Roma sarà un passo avanti. Certo, bisognerà preoccuparsi anche di Isco e Suarez, di Benzema e Iniesta, ma se quei due per una volta tacciono, le italiane saranno un po’ meno preoccupate. Si tratta del primo (il portoghese) e del secondo (l’argentino) cannoniere di sempre della Champions, uno con 117 gol, l’altro con la cifra tonda, 100, appena raggiunta e festeggiata negli ottavi contro il Chelsea. Il sorteggio dei quarti ha stabilito che i due nemici storici per una settimana saranno alleati contro di noi.

CONTRO CR7 – L’ultimo incrocio fra i campioni d’Italia e il Pallone d’Oro è stato terribile. Cardiff, 3 giugno 2017, finale di Champions League, il Real campione d’Europa con la doppietta di Ronaldo, autore del primo e del terzo gol madridista nel 4-1 finale. La Juve difendeva a tre, con Barzagli, Bonucci e Chiellini, il Real attaccava in otto e nel secondo tempo ha schiantato i bianconeri. E’ stata quella doppietta in finale a consegnargli definitivamente il quinto Pallone d’Oro della carriera, il secondo consecutivo. Dall’edizione 2012-13, cinque anni di fila, Ronaldo è sempre stato capocannoniere della Champions, solo una volta (2014-15) in coabitazione con Messi e Neymar, poi sempre da solo. E capocannoniere lo è anche quest’anno, con 12 gol, 4 in più di Ben Yedder del Siviglia. Gli mancano 5 reti per eguagliare il suo primato storico, la quota 17 raggiunta nel 2013-14. Giusto per ricordarlo, era stato il numero uno dei bomber di Champions anche quando giocava col Manchester United, nell’anno 2007-08, ma allora si limitò a 8 gol…

LE DUE GARE – L’incontro ravvicinato con Cristiano era andato meglio, alla Juventus, nella semifinale che aveva portato i bianconeri alla prima finale di Allegri, quella di Berlino contro il Barcellona di Luis Enrique. E’ vero che segnò in tutt’e due le partite, di testa su cross di James Rodriguez all’andata, su rigore al ritorno al Bernabeu, ma senza mai brillare: un 6 striminzito nelle pagelle di Torino, un 5 pieno in quelle di Madrid, col Real eliminato. Si sarebbe rifatto due anni dopo, ma incontrarlo di nuovo in due gare e non in una sola può essere un vantaggio per la Juve. Senza Benatia (squalificato), ci vorrà il miglior Chiellini per emarginarlo all’Allianz Stadium. E ci vorrà la massima attenzione di una difesa che in campionato non prende gol da 10 partite ma che nelle ultime due di Champions, contro il Tottenham, ne ha presi tre.

CONTRO MESSI – Il fuoriclasse del Real è doppio campione d’Europa, con la nazionale e col club, ma la bacheca dei trofei ha ancora posti liberi (è un museo, non una sala). E sia la Champions (sarebbe la terza consecutiva), sia il Pallone d’Oro (pure in questo caso il terzo consecutivo) dipendono anche da Juve-Real. Se Cristiano si ferma, può approfittarne Messi che nelle ultime stagioni ha patito le vittorie del suo storico nemico. In questa edizione di Champions, per esempio, ha segnato la metà delle reti di Ronaldo e solo in campionato lo precede nelle due classifiche, quella di squadra (il Real è tagliato fuori dalla vittoria finale) e quella dei marcatori (tre gol in più dell’argentino: 25 a 22). Ma la Liga, come tutte altre competizioni nazionali, conta meno, molto meno della Champions. E qui Messi troverà una squadra che può mettersi di traverso. La Roma europea è risultata finora più affidabile della Roma italiana, più entusiasta, più motivata, anche più bella, come potrebbero confermare Antonio Conte e il suo Chelsea, peraltro gli ultimi rivali dei catalani. Messi contro Manolas e Fazio, contro una difesa che in Champions ha subìto gli stessi gol della Juve (8), considerata in Italia la squadra dal reparto arretrato più solido.

LA DIFFERENZA D’ANIMO – La Roma giocherà con uno spirito leggero, ricordando magari quanto accadde nel 2001-02, col pareggio al Camp Nou e il 3-0 all’Olimpico. Il problema è che allora Messi aveva appena 15 anni e non era ancora arrivato nella terza squadra del Barcellona. C’era, invece, due anni fa, quando Florenzi pareggiò con quel tracciante di 60 metri il gol di Suarez all’Olimpico, mentre Messi, al ritorno, affondò i giallorossi con una doppietta. Il Barça quella sera ne fece 6 alla Roma. Nell’anno del Mondiale, la Champions sta diventando se non un’ossessione quanto meno un problema, per lui e per il Barça. Nell’ultimo quadriennio di dominio spagnolo, i catalani l’hanno vinta una volta, i madridisti tre. E Leo sempre dietro a Ronaldo.

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