Vota Florenzi

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AS Roma Match Program (T.Riccardi) – Che ho fatto, che ho fatto?”. Già, che ha fatto? Se l’è chiesto più volte quando ha realizzato, quando ha visto quella sfera entrare in rete. Che ha fatto, Alessandro Florenzi, nel matchday 1 con il Barcellona? Un tiro di destro da cinquanta metri che ha lasciato di sasso il portiere avversario Ter Stegen, spettatore non pagante nell’occasione. Un gol mai visto all’Olimpico, una prodezza che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo grazie al web. Che ha fatto, Alessandro Florenzi? Ha dato modo di parlare di sé nell’intero globo terracqueo, consegnando a chi non lo conosceva il suo biglietto da visita. Ora lo hanno visto tutti. E ora lo conoscono tutti, il numero 24 della Roma.

Terzino destro, centrocampista interno, esterno alto. Calciatore totale. Sa giocare ovunque, “pure in porta potrebbe dire la sua”, ci scherza spesso Garcia. Con la stessa qualità. Nonostante alcuni giudizi della critica: “Quando Florenzi gioca più avanti, nel suo ruolo, dà il meglio di sé”, è stata l’osservazione dal telecronista della Rai durante il racconto di Belgio-Italia. Aperta parentesi: il gol dell’anno contro il Barça lo ha segnato da terzino, partendo dal basso. Da terzino ha una media voto di 6.43. De Rossi ha detto che può “diventare uno dei migliori al mondo in quel ruolo”. Sabatini stravede per lui in quella posizione, definendolo addirittura “meglio di Dani Alves”. Chiusa parentesi.

Con quel gesto balistico Alessandro Florenzi ha attirato le attenzioni della FIFA, il massimo organo calcistico mondiale. Con quel gol può vincere un premio prestigioso: il “Puskàs Award”. Un riconoscimento internazionale istituito nel 2009 e già ottenuto da giocatori del livello di Cristiano Ronaldo (2009), Hamit Altintop (2010), Neymar (2011), Miroslav Stoch (2012), Zlatan Ibrahimovic (2013), James Rodriguez (2014). A parte un paio di nomi, la crema del calcio internazionale. L’élite del pallone. Manca solo Lionel Messi, che quest’anno concorre con “Flore” per l’edizione 2015 del trofeo per l’azione personale capitalizzata a rete nella sfida di Coppa del Re dello scorso 30 maggio, Barcellona-Atletic Bilbao. Tra gli altri pretendenti spiccano Carlos Tevez (la “serpentina” al Parma del 9 novembre 2014) e Philippe Mexes (un tiro al volo nel derby amichevole con l’Inter del 25 luglio 2015). Florenzi può vincere. Può battere pure gli altri sei in corsa: l’inglese David Ball, l’uruguaiano Gonzalo Castro, il brasiliano Wendell Lira, la statunitense Carli Lloyd, il camerunense Marcel Ndjeng, il costaricano Esteban Ramirez. Può vincere perché il gol è da racconto ai nipoti per quanto è bello. Può vincere perché lo ha cercato, perché ci ha tirato. Può vincere perché ha lasciato il segno in una gara di Champions League. Può vincere perché Alessandro ha un comportamento esemplare, da fair play, in ogni partita. Può vincere perché sono questi quattro i criteri di premiazione. Ovvero, la bellezza del gol (criterio soggettivo: tiro dalla distanza, azione di squadra, gol acrobatico). L’importanza della partita (criterio oggettivo: in ordine decrescente, selezioni nazionali maggiori, tornei continentali e campionati di massima divisione). Il gol non deve essere frutto di un episodio fortuito, un errore o una deviazione di un compagno di squadra o di un avversario. Il fair play: il candidato non deve aver agito in maniera scorretta durante la partita oppure, per esempio, essere stato accusato di doping. Lui risponde a tutti questi requisiti.

Per arrivare primo ha bisogno di essere votato dai tifosi. Dai suoi tifosi. Questo è il link a cui collegarsi per esprimere la preferenza: www.fifa.com/ballon-dor/puskas-award/index.html. Per “Alessandro Florenzi, Italy”. L’unico italiano in lizza.

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