Verso l’accordo sullo stadio, ma il tempo stringe

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo – M.Evangelisti) – Mentre dalla Regione continuano a sussurrare tic tac, tic tac, cosa che ovviamente instilla un lieve nervosismo nelle parti interessate, il confronto decisivo – non può non esserlo, o tutto rischia davvero di saltare sul progetto del nuovo stadio della Roma va avanti. Secondo il programma stabilito, ieri si è aperto un tavolo tecnico tra i proponenti, rappresentati dai manager di Parsitalia, e i tecnici del Comune per trovare un punto d’incontro sulla riduzione delle cubature. Per il Campidoglio era presente l’avvocato Luca Lanzalone, genovese e vicino a Beppe Grillo, che ha il mandato a firmare una bozza di accordo. E’ lui la vera figura che cambia l’interpretazione della storia. Il fatto stesso che lo abbiano mandato significa che il desiderio, se non la volontà, di incontrarsi e non dirsi addio è concreto.

FONDAMENTALE – Le parti si rivedranno all’inizio della prossima settimana per continuare a lavorare sulla proposta di collaborazione. Il tutto sarà formalizzato subito dopo in un incontro politico, alla Roma considerano quello di ieri un passo avanti fondamentale. L’incontro tecnico ha avuto come base di partenza il progetto di 977.000 metri cubi di cubature, meno il venti per cento, un meno che potrebbe arrivare anche al ventitré. E’ questa la base di partenza per il dialogo, il cui scopo è arrivare a un accordo definitivo e poter presentare i documenti necessari alla riunione della conferenza dei servizi del 3 marzo. Che sarà “decisoria”, conclusiva, senza altro strascico che eventuali azioni giudiziarie di Roma e costruttore. Certamente ci saranno, in caso di fallimento della trattativa. Naturalmente in Comune si guardano bene dal chiamarla così, trattativa. Assegnate pure il nome che volete. Si tratta di scendere a 752.290 metri cubi di costruzioni. O ancora un po’ meno, vorrebbe la maggioranza del Campidoglio guidata dal Movimento 5 Stelle. Il problema sta non solo nella misura del taglio (oltre un certo limite l’operazione non è più sostenibile dal punto di vista economico) ma pure nel dove e nel come. Esempio: perfino un metro cubo si misura in modo diverso a seconda della posizione, del terreno su cui sorge, della funzione. E il tutto va messo insieme con attenzione spasmodica, per non stravolgere il progetto iniziale, cioè quello che ha ricevuto il timbro dell’interesse pubblico dalla precedente giunta Marino. E per non prestare il fianco ai ricorsi di chi si oppone al progetto, a partire da alcune associazioni ambientaliste.

CANDIDATI – Intanto in Campidoglio non si placa la bufera su Paolo Berdini. L’urbanista ha le ore contate. E’ stata annullata la sua audizione in una commissione prevista per oggi. Potrebbe essere sostituito da Emanuele Montini, collaboratore dell’attuale assessore alla scuola Laura Baldassarre, già coordinatore nazionale di Italia Nostra, capo del legislativo del gruppo M5S e collaboratore della giunta Rutelli. Voci lo danno da tempo come possibile sostituto di Berdini. Il nome di Montini spuntò anche settimane fa quando tra M5S e assessore all’urbanistica si erano acuite le frizioni in particolare sul dossier stadio della Roma. Montini è considerato vicino all’assessore allo sport Daniele Frongia e ieri è stato visto in Campidoglio. Ma ci sono altri candidati al vaglio della sindaca Virginia Raggi. Con l’allargamento della rosa di papabili potrebbero allungarsi i tempi di una possibile uscita dalla giunta dell’assessore, che forse deciderà di farsi da parte. Lo stesso Frongia ha smentito che con la Roma ci sia un accordo già trovato: «Nessun patto con Parnasi, né con lui né con altri. Tutto alla luce del sole con incontri in Campidoglio. Da mesi il dialogo è aperto con la Roma, con cui oggi i nostri tecnici sono al lavoro. Il progetto non è di competenza del mio assessorato, lo seguivo in quanto vicesindaco». In realtà oggi per il dossier stadio è più importante il ruolo di Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina.

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