Ultrà d’Europa, il derby fa paura

scontri

La Stampa (G.Buccheri) – Sfilano, compatti, come se fossero in parata. Poi, passamontagna in testa, gli assalti. Il derby di Roma è diventato il derby di frontiera: laziali, ma anche polacchi, bulgari, greci ed hooligans insieme contro le forze di polizia e il nemico comune. Il salto di qualità è in campo da tempo, lunedì pomeriggio se ne è avuta la riprova più importante, tanto da far scattare l’allarme per il futuro. «La partita fra Roma e Lazio si dovrà giocare sempre a mezzogiorno…», così dal Viminale dove, per mezzogiorno, si intende la finestra televisiva delle 12 e 30 alla domenica.

Black bloc del pallone – In campo, una sfida con il botto finale. Fuori, due accoltellati e tanta paura: le due tifoserie della Capitale hanno macchiato per l’ennesima volta la sfida. Il bilancio è stato contenuto, ma l’internazionale del tifo, in stile black bloc, ha lasciato il segno. Nel cuore della curva laziale (e negli scontri attorno all’Olimpico) c’erano circa cinquanta ultras di estrema destra del Wisla Cracovia, stessi vestiti, stesso cappuccio in testa e una storia fatta di incidenti. Poi, gruppi ridotti di ultrà dalla Bulgaria e dalla Grecia e del West Ham, passati alle cronache per aver preso in ostaggio l’Inghilterra negli anni 80 e accusati, in patria, di aver riacceso la violenza proprio negli ultimi mesi. Un derby sotto osservazione, una gara, Lazio-Roma, che ha fatto alzare ancora una volta la soglia di rischio.

I giocatori cattivi esempi – Al Viminale hanno storto la bocca anche per come la partita è stata vissuta dai protagonisti in campo. Come mai tutte quelle provocazioni al fischio finale e con lo stadio ancora pieno? Perché sfogare la gioia per una vittoria alzando il dito medio verso la curva avversaria o mimando le azioni dei gol a gara ampiamente finita e dopo essere rientrati dagli spogliatoi? I responsabili dell’ordine pubblico, da sempre, in situazioni ambientali delicate chiedono il massimo della collaborazione alle società. Il dito medio alzato da Daniele De Rossi, o il botta e risposta al veleno fra i due allenatori Garcia e Pioli sono finiti sotto la lente di ingrandimento della procura federale della Figc, ma là sono rimasti.

«I club non collaborano» – Sull’ennesimo pomeriggio alla rovescia dell’Olimpico si è espresso anche il capo della polizia Pansa che si è soffermato sul fatto che «…non tutti i club collaborano: a parole sì, ma nei fatti no…». Black bloc del tifo, in divisa da combattimento e con la mano tesa. Roma Nord si è persa dietro ad una sfida che ha acceso fuochi e cariche e che, adesso, rischia di non poter tornare mai alla normalità. «Dopo la fine del campionato faremo il punto per preparare la nuova stagione», così il ministro degli Interni Alfano.

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