Totti 600. Gol, assist, magie: un romanzo di 24 anni. Per il contratto si aspetta Pallotta

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Seicento partite in Serie A, roba da far tremare i polsi ai più grandi di sempre, anche se non a tutti. Non a Paolo Maldini, ad esempio, che si è arrampicato più in alto di tutti, fino a 647; né ad Javier Zanetti, arrivato a quota 615. Ma, probabilmente, neanche a Francesco Totti che quel traguardo lo taglierà (nel caso giochi) domani a pranzo contro il Chievo, in quella che poteva essere la sua festa d’addio e che invece — forse — sarà solo una grande festa. Senza precedenti, tra l’altro, vista la tendenza (al ribasso) del botteghino stagionale giallorosso. Domani, invece, all’Olimpico dovrebbero esserci quasi 55mila persone, il modo migliore per celebrare l’ennesimo grande traguardo del capitano della Roma.

DALL’INIZIO – Un drappo ideale lunghissimo quello che accoglierà Totti all’Olimpico, che arrotolandolo a ritroso porta fino al 28 marzo 1993 ed a quel Brescia-Roma 02 in cui fece il suo esordio in Serie A. «La prima volta in una storia d’amore non si scorda mai», ha detto Francesco ricordando quel giorno, quando Mazzone lo fece entrare al posto di Rizzitelli. Da lì in poi è stato un romanzo bellissimo, con alcune pagine speciali. Come i gol (304 in A) o le partite in cui ha fatto cifra tonda, gare dove all’inizio della sua vita calcistica non si è mai sentito molto a sua agio. È successo a Genova, nel 1998, quando contro la Samp celebrò quota cento o anche nel 2001 a Bari, l’anno dello scudetto, quando Totti veniva dalle sostituzioni (con Nakata) contro la Juventus e l’Atalanta. «Non sono decisivo», disse ironicamente in quei giorni della duecentesima presenza in A. Un’iperbole, ovviamente, perché tre gare dopo avrebbe festeggiato il terzo scudetto giallorosso. Da protagonista.

TRA GOL E ASSIST – Poi, nel 2005, è cambiata la musica anche nelle partite celebrative. Il 23 gennaio, infatti, a Firenze la Roma di Delneri trova una vittoria storica, nel suo campionato più brutto degli ultimi 30 anni. A decidere la sfida sono Cassano e Montella, ma la gara di Francesco (alla 300a in A) è da applausi a scena aperta. Come quella numero 400, quando nel 2008 a Bologna fa secco Antonioli e regala la vittoria giallorossa fino al 91’, quando arriva l’autorete nefasta di Cicinho. Più o meno lo stesso copione del 5 maggio 2012, quando all’Olimpico arriva il Catania: Totti sbaglia subito un rigore, poi però segna una doppietta che salva Luis Enrique dall’ennesima brutta figura (22).

IL CONTRATTO – Domani, quindi, ci sarà un motivo in più per la Roma per festeggiare, in attesa di sapere cosa farà il Napoli a Torino nella corsa al 2° posto. Anche perché, nel frattempo, il rinnovo del contratto di Totti procede spedito. L’annuncio potrebbe davvero slittare a fine stagione, dopo l’ultima magari con il Milan, quando a Roma spunterà Pallotta, deciso a darlo direttamente lui, magari anche con un bell’happening. A patto, però, di non invitare Rocco Siffredi. «Totti è il mio erede. Ilary, ti prego, mandalo da me. Ha una grande carriera davanti a sé». Ecco forse anche perché Totti (che lunedì giocherà a tennis con Federer al Foro Italico) vuole continuare a giocare ancora per un altro anno. La carriera che conta è un’altra, quella che domani gli regalerà le 600 partite in Serie A. Ed un Olimpico come ai bei tempi.

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