Stagliano sul caso Strootman: «Decisione ordinata dall’alto»

Mario Stagliano

Il Tempo (A.Austini) – L’avvocato Mario Stagliano, ex vice -capo dell’ufficio indagini della Figc, analizza il caso Strootman.

Avvocato, ci spiega come funziona la prova televisiva?
 «Dal punto di vista regolamentare, sono punibili i comportamenti violenti o le simulazioni che sfuggono al controllo dei direttori di gara, a condizione che le immagini non si prestino a possibili equivoci. Dal punto di vista procedurale, un rappresentante della Procura federale viene incaricato di visionare e registrare una singola partita, per segnalare eventuali fatti significativi. La segnalazione arriva sul tavolo di un incaricato della Procura federale che, sentito il Procuratore Federale, trasmette il filmato al Giudice Sportivo, entro le ore 16 del giorno successivo all’ evento».

Nel caso di Strootman è successo questo?
«Presumo di no. Le immagini televisive mostravano chiaramente il lancio dello spruzzo d’ acqua di Strootman verso un gruppo di calciatori della Lazio; poco dopo si vede chiaramente Cataldi tirare la maglia di Strootman, il romanista abbassa la testa e la spalla, cade e si rialza immediatamente. Da queste immagini, se non ci fossero state pressioni, mi rifiuto di credere che il rappresentante della Procura possa, autonomamente, avere segnalato il fatto».

Pressioni da parte di chi?
 «Questo non lo posso sapere. Certo, leggendo il Comunicato del Giudice Sportivo si viene presi dallo sconforto. Per la prima volta nella storia, qualcuno riesce a calcolare la forza esercitata da una trattenuta, tanto da ritenere l’esistenza di una simulazione. Quello che mi sembra più assurdo, però, è il provvedimento di squalifica per una giornata del calciatore Cataldi. Stando al Giudice, viene squalificato per ave re “strattonato la maglia da dietro di un calciatore avversario”. Se questo fosse vero, ed è inoppugnabilmente vero, manca il rapporto causale tra la supposta a mio parere inventata -simulazione di Strootman edil provvedimento nei confronti di Cataldi. Viene totalmente meno il presupposto della prova televisiva, ripeto, perché Cataldi viene squalificato per un fatto accertato, non per la simulazione».

E allora?
«Abbiamo un ulteriore prova del fatto che la cosiddetta Giustizia Sportiva non funziona, risente delle spinte mediatiche e dimostra disparità di trattamento. La realtà è un’altra»

Cioe?
«La Roma viene utilizzata come laboratorio per l’ applicazione di esperimenti sanzionatori. Da anni è completamente fuori dalle stanze del potere e nei suoi confronti si applica la prova televisiva per Destro; l’ammenda perché due giocatori non in lista hanno avuto accesso agli spogliatoi, cosa assolutamente comune; viene irrogata una sanzione di 40mila euro per la trasferta di Bergamo, per la quale, nonostante l’identificazione di centinaia di tifosi, non si è provveduto ad alcun arresto in flagranza differita, né ad applicare alcun DASPO. D’ altro canto chi nomina i rappresentanti della Giustizia Sportiva? Il Consiglio Federale. La Roma non solo non ne fa parte, ma certo non ha alcun amico al suo interno. Qualcuno dice che le nomine sono state decise senza passare per il parere della Commissione di Garanzia, questo mi rifiuto di crederlo, perché sarebbe una violazione palese delle norme».

La Roma ha speranze per il grado d’ appello?
«Le premesse sono sconfortanti, ma la speranza che ci sia un Giudice a Berlino la mantengo sempre in fondo al cuore».

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