Stadio, Grillo cambia idea: “Si fa da un’altra parte”

Il Fatto Quotidiano (L.De Carolis) – Per quasi tre giorni aveva parlato di stadio, della grana delle grane per Virginia Raggi. E aveva promesso, avvertito e precisato, senza chiudere mai. Ma alla fine Beppe Grillo cala sillabe che valgono come un no, fragoroso: “Lo stadio della Roma è meglio farlo altrove, non a Tor di Valle“. Per l’ira del club e del proprietario del terreno, Luca Parnasi. Tanto che in serata raccontano che i “proponenti del progetto sono pronti a chiedere un risarcimento da un miliardo di euro. Questo ha scatenato il fondatore del M5S , con la sua bomba inattesa. Quando sulla Capitale è appena calato il tramonto, Grillo si ferma davanti al suo albergo sui Fori, reduce dall’incontro in Campidoglio con i consiglieri a 5 Stelle. E a un pugno di telecamere, tra cui quella del fattoquotidiano.it, scandisce che l’impianto della Roma non si può costruire a Tor di Valle. Ed è come dire che bisogna ripartire da zero, con nuove delibere, nuove votazioni e nuovi investimenti, facendo passare almeno altri due anni. È come dire no, almeno per ora. E conta poco che il capo dei 5 Stelle giuri: “Nessuno del M5S è contrario all’impianto“. Perché il resto è una doccia ghiacciata, su tutti quelli che puntano su un affare da 1,6 miliardi e un milione di metri cubi: “Noi diciamo di sì allo stadio, ma da qualche parte che non sia quella, perché c’è un rischio idrogeologico e se poi c’è un’esondazione Allora meglio farlo in una zona non a rischio, ma poi decideranno la giunta e la sindaca“. Parole che provocano la stizzita risposta della Roma e di Parnasi: “Dopo cinque anni di lavoro su un progetto in stato avanzato di approvazione, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo a quello di Tor di Valle. L’area è sicura“. E il presidente del club, l’americano James Pallotta, su Twitter, avverte: “Ci aspettiamo un esito positivo dall’incontro con il Comune previsto per venerdì. Altrimenti sarebbe una catastrofe, anche per i futuri investimenti in Italia“. Ma Grillo e il M5S hanno un’altra opinione. Come spiega una fonte, “la zona è ad alto rischio, servirebbero idrovore permanenti: e quanto costerebbero di manutenzione?“.

Ma i dubbi del M5S vanno oltre. E si basano anche sulla richiesta di vincolo avanzata dalla Soprintendenza su tre quarti dell’ippodromo di Tor di Valle. “Un vincolo difficilmente superabile” sostengono i 5 Stelle. Poi c’è il parere dell’avvocatura del Comune sulla delibera di approvazione del progetto, votata nel 2014 dalla giunta di Ignazio Marino. Una relazione che mette in luce “diverse criticità“, spiegano: arrivata pochi giorni fa sul tavolo della Raggi. E proprio quel testo ieri ha spinto la sindaca a chiedere un parere anche al Dipartimento dell’Urbanistica su come procedere: se con l’annullamento della delibera di Marino, o con una sua modifica, magari con quella robusta riduzione di cubature che era la base della trattativa tra la giunta e la Roma. Ma anche su questo i 5 Stelle trasudano scetticismo: “Noi vorremmo ridurre tutto almeno del 25 per cento: ma loro vogliono davvero farlo?“. Oggi il Movimento limerà delle proposte alternative su sede e cubature dello stadio, da presentare alla Roma nella riunione di domani. Ma chissà se a questo punto si terrà. La certezza è che la partita la gestiranno i vertici del M5S , Raggi e pochi altri, come i deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, gli “stabilizzatori” della giunta. Lo ribadisce lo stesso Grillo, nell’incontro con consiglieri comunali ed eletti di ieri pomeriggio. “Dovete fidarvi, una trattativa così delicata non possono gestirla in 29, sarebbe folle” spiega nella riunione (a cui Raggi non partecipa). Cristina Grancio, la più critica dei consiglieri sullo stadio, prova a obiettare. Ma Grillo non sente ragioni: “Valuteranno altri, voi comunque voterete la decisione finale“. E aggiunge: “Ci sono state alcune manifestazioni di 5 Stelle contro di noi, ma scherziamo?“. Poi esorta: “State lavorando bene, potete fare ancora meglio“. E prova a scherzare: “Mi sono operato di calcoli, l’ultimo estratto si chiama polizza“. Ma da oggi a Roma si scherzerà pochissimo.

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