Spalletti e i rinnovi. La Roma tira il freno

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Fretta, ma quale fretta. Perché l’equilibrio c’è già, si vede, si percepisce da come gioca la squadra. Eccolo qui, il tema del giorno, il rinnovo dei contratti di un elenco lungo così, che si aggiorna quasi settimanalmente. L’ha lanciato Luciano Spalletti nella versione che non t’aspetti, quantomeno non t’immagini pubblicamente: il tecnico sindacalista, preoccupato della serenità dei suoi giocatori, del sentire comune, di quel territorio da sempre così fertile che è l’aspetto economico. Da Manolas a Strootman, passando per De Rossi, persino Totti, ovviamente Nainggolan: Spalletti li ha citati quasi tutti. «Se c’è troppa differenza qualcuno ci resta male», dice il tecnico. Ma solo per un calciatore sta per scoccare l’ora del brindisi. Di De Rossi ce n’è uno, per gli altri si vedrà.

DANIELE FIRMA – Le penna in mano, oggi, ce l’ha solo il centrocampista della Nazionale, che sta per allungare il matrimonio con il club. Non c’è frizione, non c’è distanza, c’è la volontà comune di rinnovare un contratto in scadenza. Quando? Presto, questione di settimane. Non c’è trattativa economica, non c’è ancora stata ma De Rossi avrà orecchie solo per la Roma e la società ha tutta l’intenzione di non perdere una figura così centrale sia dal punto di vista tecnico – qui poco valgono i due assist contro la Fiorentina, quanto piuttosto la serie di ottime prestazioni stagionali – sia dal punto di vista rappresentativo, dentro e fuori Trigoria. De Rossi resterà alla Roma, magari per altre due stagioni, a fronte di un ingaggio ridotto rispetto ai 6,5 milioni di euro attuali.

AUSILIO ALL’OLIMPICO – Il resto è noia, almeno per oggi. Prendi Manolas e Nainggolan: ora non se ne parla. E chissà se ne parlerà mai, almeno per il greco: martedì all’Olimpico c’era anche l’interista Piero Ausilio, pare (anche) per dare un’occhiata al centrale. Nainggolan è invece in attesa di un adeguamento che gli era stato promesso dopo il no al Chelsea della scorsa estate. Poi l’uscita dalla Champions ha fatto precipitare le cose: ora lo scenario è da ricostruire, niente può essere escluso. Strootman è un caso a parte: alle parole di Pallotta non sono mai seguiti i fatti. Ma in questo caso i rapporti tra l’olandese e il club sono talmente buoni che diventa difficile ipotizzare attriti. Gli altri? Totti è una questione a parte, Paredes è tra gli scontenti e, se non è stato sacrificato ieri, probabilmente lo sarà domani. Il nodo, in fondo, è anche un altro. Riguarda sempre l’equilibrio, quello finanziario di un club che non può promettere e/o scrivere numeri a caso. Ecco perché l’estate prossima può essere il territorio giusto per affrontare i ragionamenti del caso. Anche quelli legati ai rinnovi. Nell’attesa, a Trigoria registrano con piacere le attenzioni a media­ lunga scadenza dell’allenatore: prima lo stadio, ora i rinnovi. Segnali di un matrimonio, quello tra Spalletti e la Roma, che non pare in piedi solo per opportunità reciproche.

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