Spalletti: “La nostra attenzione è su Feghouli. Bisogna fare gli stadi. Un acquisto? La Curva Sud” – VIDEO

Pagine Romaniste (Da Trigoria F.Biafora) – Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Genoa. Queste le sue parole:

Inizia il mister col bollettino: “Una pagina sempre più scarsa quella del Dottor Del Vescovo. Abbiamo solo Florenzi che prosegue il discorso del recupero, Vermaelen che ha questo risentimento al soleo ed è rischioso, perché è rischioso, per cui si lascerà fuori. Totti che ha un’infiammazione al tendine d’Achille destro, oggi farà un lavoro differenziato a parte e si valuterà se potrà partecipare a questa trasferta oppure no“.

Cosa la preoccupa del Genoa di Juric?
Il Genoa funziona così: quando noi si va a giocare una partita si prende e si guardano le partite stesse che ha giocato questa squadra. In tutti i casi si guardano quelle contro le squadre più forti per vedere le reazioni o le difficoltà che hanno avuto contro le squadre più forti. Se vai a vedere Genoa-Juventus, Genoa-Fiorentina e Genoa-Milan hanno fatto vedere di essere una squadra veramente forte. Hanno dato seguito a quella che è un po’ la mentalità del modo di stare in campo della squadra del Genoa da Gasperini a Juric, perché anche loro sono bravi a modellarsi in conseguenza dell’avversario che hanno. Probabilmente questo è un modo di giocare che stimola un po’ la sensibilità dei tifosi del Genoa, fanno quasi una sorta di marcatura a uomo, una sorta di battaglia individuale dentro le partite, di contrasto individuale. E se si riesce a stimolare, il pubblico partecipa. Giocano un bel calcio, ma è questo impatto fisico, questo impatto di partita dal punto di vista della lotta, di battaglia che viene messo in risalto. La maggiore insidia è questa qui.

Che ne pensa del fatto di giocare a Natale?
Io non penso che sia una questione di calendario giocare le partite nelle feste natalizie, è più una questione di stadi, di come sono gli stadi. C’è un’insufficienza dal punto di vista di comfort per partecipare alle partite. Prima di tutto bisogna fare gli stadi in Italia, bisonga creare la disponibilità per fare gli stadi, perché il calcio è un movimento importante, le famiglie vogliono andare allo stadio. Io incontro tante famiglia a Trigoria e si vede che vogliono partecipare a quello che è questo spettacolo che è lo stadio. Siamo gestiti dagli americani, maestri nella spettacolarità dello sport, in Italia siamo indietro e probabilmente ci insegnano e ci danno qualcosa. Dobbiamo rispettare quello che è il sacrificio delle famiglie che vogliono venire allo stadio. Dobbiamo fargli trovare uno stadio dove si possa effettivamente partecipare e godere di quello che è lo spettacolo che da il calcio. Io credo che se la partita la vedono da casa con il televisore, alle tv può star bene così, ma se un giapponese accende la televisione e c’è una partita inglese ed una italiana e non sa di calcio, stai tranquillo che guarda quella inglese. Quella che è in generale la passione degli sportivi e del pubblico che vive lo stadio, ora per esempio lo stadio inglese, questo messaggio arriva fino al divano del giapponese che sta a casa o arriva dalla parte opposta del mondo. Anche per loro è una cosa importante avere gli stadi, perché poi il calcio italiano sarà scelto ancora di più in funzione della partecipazione degli sportivi che ci saranno negli stadi. Si torna a sottolineare il rispetto per quelle persone che poi mettono da parte i soldini per riuscire a comprare un biglietto che costa caro. Bisogna far trovare uno stadio adeguato. Dobbiamo fare gli stadi assolutamente. Se fa lo stadio la Roma sono contenti anche gli altri, perché possono essere stimolati, anche quelli della Lazio. Per cui bisogna fare gli stadi, primo quello della Roma.

Manolas come sta?
Manolas non sta bene da un punto di vista di completezza di preparazione, non ha il 100% delle possibilità. Però se non è un problema fisico lui viene a Genova e mette a disposizione la sua percentuale, poi è una valutazione mia se il suo 50% a me sta bene, se lo voglio usare lo stesso o un pezzo di partita. Per il momento sembra che non ci siano peggioramenti da un punto di vista fisico, è solo un problema di condizione. E’ dentro la squadra e valuterò nella partita se usarlo prima o dopo secondo le mie necessità.

Lei ha paura di perdere qualche big sul mercato?
Qui sembra di essere veramente ad un mercato dove si dice di tutto, sembra di essere a Porta Portese. Un giorno appare che ci sono soldi da spendere, un giorno che bisogna vendere assolutamente un big. Facciamo un po’ di chiarezza, soprattutto nel rispetto degli sportivi, perché gli sportivi della Roma vengono coinvolti sentimentalmente in base a quello che esce, la loro passione viene stimolata se si danno dei messaggi sbagliati. Per quello che mi riguarda il mercato potrebbe anche non esserci. Questa è la squadra che ho scelto, per me è una squadra forte, può avere ambizioni e mi sta bene per quello che è. Poi è chiaro che se c’è qualcosa da andare a metterci mano, vedi Salah che è partito e Iturbe è voluto andare a giocare perché c’era una squadra che gli prometteva di giocare con continuità, è corretto, bisogna saper sopperire. Per cui Massara sta valutando quello che c’è sul mercato. Ma noi non siamo nelle condizioni di andare a dire prendo questo o quest’altro. Bisogna stare attenti a fare delle valutazioni dove ci si può poi inserire. Questa è la reale verità. Abbiamo una squadra che è forte, che per migliorarla sotto l’aspetto della forza e della qualità bisogna andare a prendere giocatori per cui bisognerebbe investire delle somme che ora non possiamo investire. E’ questo il discorso: stiamo attenti, i nomi che fate sono corretti, sono quelli lì, perché li dicono anche a me come a voi. E’ giusto quello che è stato detto oggi, l’attenzione si sta direzionando verso Feghouli, è vero. Però ci vorrà ancora del tempo, stanno parlando. Tanto lo scrivete, per cui è inutile tenerlo nascosto. Gli altri erano delle ipotesi che si sono un po’ raffreddate. La più possibile ora è questa qui, ma è per rimpiazzare un giocatore. Il rafforzare la squadra vuol dire andare a comprare un giocatore che tu vuoi, poi puoi essere anche bravo a rinforzare la squadra in questa maniera qui. Dipende anche dalla fortuna che magari una squadra fortissima dia a giocare un proprio elemento. Il Torino si è sicuramente rafforzato con Iturbe, è un giocatore forte. Questa è un’abilità ed una coincidenza di fattori. La realtà è questa, questi giocatori sanno che io mi fido di loro, che la società si fida di loro, debbono giocare sulle proprie forze e sul proprio numero. Anche se poi in dei reparti non siamo tantissimi, questo è vero e fino a questo momento qui sono stati bravi a sopperire a tutte le partite che ci sono state, perché ci sarà un periodo in cui si giocherà ogni 2-3 giorni e questo ti richiamerà all’attenzione di essere a posto come squadra, da un punto di vista numerico, ma da un punto di vista di squadra è difficile mettere qualcosa, quasi impossibile. Noi siamo già forti.

Juve e Napoli con Rincon e Pavoletti si sono rinforzate?
Secondo me sono due giocatori di cui si può parlare come rinforzi. Sono giocatori mirati, scelti. Rincon piaceva anche a noi. Si sono rinforzati, oltre ad essere già squadre fortissime di pari livello come la Roma. Loro sono forti, noi siamo forti. Hanno portato a casa un giocatore forte, ma il valore si farà vedere dentro questa frenesia di partite che ci saranno in quei periodi lì. Gli undici li hanno già forti, le formazioni le possono fare già forti senza inserire un altro giocatore dentro. Nel giocare poi tante partite è chiaro che diventa un qualcosa in più avere un altro titolare a disposizione o il dubbio di scegliere a disposizione.

Un anno dopo il suo colloquio con Pallotta a Miami può dire che quello che le è stato detto è accaduto?
Non ho richiesto mai niente. E’ filato liscio perché a me non piaceva l’andazzo che c’era dentro la Roma, non mi piaceva dove stava andando la Roma, quelli che erano i modi di fare dentro le partite di giocatori forti così, mi dispiaceva, essendo appassionato di questi colori e di questa squadra. E’ stata più una questione di attenzione verso quello che è stato il mio passato dentro la Roma. Ricostruire il valore dei giocatori che io in televisione vedevo forti e che non davano poi quello che dovevano dare, lo soddisfazione per il pubblico della Roma soprattutto da un punto di vista di rendimento di partite. Non era bello vedere la Roma in quel momento lì. Io sono ritornato perché mi sembrava una squadra forte, mi piaceva lavorarci, sono contento di esserci tornato. Io non ho nulla da chiedere. La squadra anche in questo campionato ha consolidato quello che è la sua forza, lo sta facendo vedere, si sta rispettando quello che deve essere poi il modo di lavorare, la professionalità, il rispetto verso quelli innamorati di questi colori, l’impegno. Io non voglio niente, voglio andare fino a fine campionato avanti con questa squadra qui. Non ho chiesto di cedere nessuno, non voglio niente. Non voglio promesse di nessun genere. Trovo un messaggio chiaro quello che mi dice Gandini, cioè che la società si aspetta di vincere perché c’è tutto per vincere. Bisogna vincere perché abbiamo sempre detto così. Dobbiamo prendere atto di queste cose qui. La squadra deve sapere che è forte e deve dare il massimo per raggiungere il massimo obiettivo. Non ci si scandalizza di niente. E’ in sintonia con quello che ho sempre detto. Se non vinco devo far posto ad un altro, come dice anche la società: “qui c’è tutto per vincere”. I giocatori sono forti, perché sono forti e loro stessi dicono che sono forti, io sono d’accordo. Sono in sintonia con quello che loro dicono, non dobbiamo scendere al di sotto del loro massimo. Loro dicono che sono forti, io dico che sono tornato ad allenare una squadra forte, la società dice che qui c’è tutto per vincere. Bisogna farlo vedere, punto e basta, bisogna andar dentro e farlo vedere, non c’è alternativa.

Lei andrebbe mai alla Juventus?
Porca madosca. Mi coglie di sorpresa. Io però faccio questo di lavoro, sono un professionista, non vedo perché ci si mette solo la Juventus e basta, ci si poteva mettere anche la Fiorentina, l’Inter, il Milan, vado da tutte le parti ad allenare. Se lei diventa presidente vengo ad allenare la sua squadra, anche se non è il mio presidente preferito. C’è un acquisto che vorrei fare: la rimozione delle barriere e il ritorno del pubblico romanista. Questo è l’acquisto migliore che vorrei fare. Perché l’allenatore bravo si sostituisce, perché i giocatori bravi si sostituiscono. La stessa cosa non si può fare con la passione del pubblico romanista. Abbiamo bisogno di loro, sarebbe il miglior acquisto che io comprerei volentieri in questo calciomercato. Sicuramente poi le partite della Roma le venderebbero da tutte le parti. Quelli di Sky dovrebbero dare i biglietti gratis ai tifosi della Curva Sud.

Sta pensando ad una Roma con un po’ più di fisicità?
La formazione è più o meno quella, ci sono uno o due dubbi, però poi la formazione è quella, una formazione di sostanza. Una squadra che ha fatto vedere nell’ultima partita che ha raggiunto un livello di qualità importante, è ripartita bene dopo quella sconfitta. Abbiamo evidenziato una certezza di squadra forte, bisogna far diventare questo la nostra base, dobbiamo costruirci sopra, cosa che non è facile. Bisogna essere bravi a saper scegliere, le partite importanti a volte passano, ma non ci rendiamo conto che poi quella determina i commenti di un campionato intero oppure ce ne rendiamo troppo conto e non riusciamo a gestirle in una maniera tranquilla e dare il massimo in quelle partite lì. Dobbiamo migliorare la performance dentro la scelta della partita. Quelle importanti sono tutte, quelle importantissime sono poche e a volte diventa difficile saper mettere tutto quello che abbiamo in quelle partite.

Rizzoli torna ad arbitrare la Roma…
Prima di tutto a volte sembra, quando si parla di queste cose, che ci sia un messaggio da dare agli arbitri in conferenza, invece c’è uno strumento importante ed efficace che è quello delle riunioni con la federazione, con l’AIA. Dove loro cercano di spiegare quello che è successo nella parte precedente del campionato. Come è accaduto in più riunioni, dove io ho trovato tutte le spiegazioni e tutte le risposte che cercavo, sono a posto io. Abbiamo molti internazionali anche domani, per cui c’è assoluta attenzione nei nostri confronti e io sono molto contento che ci siano questi arbitri che hanno grandissime qualità.

Si aspettava un rendimento migliore da Bruno Peres? Ci ha parlato in privato?
Bruno Peres è un grande calciatore. Ha questa qualità di tecnica e di velocità oltre che di resistenza. Come ruolo preciso lo mettiamo più a suo agio se lo facciamo giocare da quinto, ha più libertà di attaccare senza essere troppo condizionato dalla fase difensiva. In quello probabilmente non è forte come Rudiger, ma poi ha altre qualità e caratteristiche. Per me sta facendo bene, non mi sembra male. Se commetti una leggerezza o un’interpretazione sbagliata su un episodio che ti determina un gol a sfavore tu ci poni gli occhi e l’attenzione, un gol sposta molto. Se però si vanno a mettere le altre componenti e le altre caratteristiche che poi bisogna considerare nell’analisi del giocatore si vede che è sufficiente in tutte le altre cose. Lui ha sbagliato ma nel secondo tempo ha coperto benissimo la fascia, ha riportato su tanti palloni, fa parte di quella squadra forte di cui facevo allusione prima. E’ un giocatore forte.

Un suo commento sulle parole di Tavecchio?
Per avere la cultura viva bisogna aver vinto. Noi sono diversi anni che non si vince niente, non è che abbia sbagliato tantissimo. O perlomeno è difficile vedere se la nostra cultura o il nostro modo di lavorare è corretto oppure manca ancora qualcosa. Noi stiamo lavorando bene, abbiamo una società che investe nelle strutture, abbiamo una società attenta sul mercato. Bisogna essere bravi a crescere, lavorando su una prospettiva futura. Si parla spesso del mercato dei cinesi, non ci si può confrontare con loro sotto la capacità di spesa (ride ndr). Prima per andare a guadagnare successo e soldi bisognava andare in una squadra forte, ora può succedere che arrivano le squadre cinesi che ti possono prendere e ti crea la scorciatoia per arrivare al successo. Per sopperire a questo fatto che qualsiasi giocatore in qualunque squadra possa venire a mancare o per lo meno per sopperire ad un confronto finanziario che loro stanno proponendo c’è da far crescere qualche giovane, c’è da ritornare a lavorare sulla prospettiva di qualche giocatore. Se continuano così i giocatoti li prendono loro. Oggi leggevo da qualche parte che stanno mettendo anche delle regole finanziarie, la trovo una strada giusta. Le regole sono sempre importanti in qualsiasi settore e campo. Ci sono situazioni in cui è più facile dare la possibilità di crescere oppure no. In questo caso qui è più difficile perché si parla sempre di vincere e basta. Però siamo tutti d’accordo: noi bisogna vincere, punto.

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